I tempi per l’entrata in vigore del decreto-ponte che deve guidare i Comuni a dare una prima attuazione concreta alla legge Cirinnà «saranno rapidi». L’ha dichiarato il premier Matteo Renzi in una pausa dei lavori del vertice Nato di Varsavia riferendo di aver telefonato a Dario Guarise, il 73enne che al quotidiano «Repubblica» aveva espresso il timore per via della sua malattia di non riuscire a concludere in tempo una unione civile con l’uomo che è suo partner nella vita da 38 anni. Attraverso l’associazione dei Comuni Anci, alcuni sindaci avevano chiesto che il governo ottemperasse quanto prima al previsto obbligo di emanare il decreto col quale la Presidenza del Consiglio – su istanza del ministro degli Interni – deve fornire tutte le informazioni tecniche per dare attuazione alla legge appena varata dal Parlamento tra molte discussioni.
Da quanto si sa, il decreto, ora all’esame del Consiglio di Stato per il necessario vaglio amministrativo, prevede che le due persone che – indipendentemente dal sesso – intendono stipulare una unione civile devono presentare una richiesta congiunta all’ufficiale di stato civile del Comune da loro scelto per poi presentarsi con due testimoni, scambiarsi il consenso e firmare la dichiarazione di avvenuta unione. A questo punto l’atto può essere trascritto nel registro provvisorio delle unioni civili e associato all’atto di nascita di ciascuno dei contraenti. Le parti possono scegliere il regime patrimoniale e il cognome da usare entrambe. A ben vedere, sembra questa l’unica vera differenza rispetto a un matrimonio civile, visto quanto prevede la recente legge in materia di doppio cognome, non previsto per le unioni civili. L’unione potrà essere riportata sulla carta d’identità usando la formula «unito civilmente». È anche previsto che se in un matrimonio una delle parti cambia sesso i due coniugi possano trasformare il loro legame in unione civile, mentre chi si è sposato all’estero in un Paese che prevede nozze tra persone di sesso uguale potrà vedere trascritto l’atto di matrimonio nel Comune di residenza di una o uno dei due.
Dopo il parere del Consiglio di Stato e la pubblicazione del decreto, basterà attendere 5 giorni perché i sindaci possano celebrare la prima unione civile.