Riforme. Renzi stuzzica Meloni: una pdl per l'elezione diretta del premier
Da sempre promotore di una revisione del sistema di governo, Matteo Renzi ha deciso di accelerare e durante la conferenza stampa di questa mattina al Senato ha presentato la proposta di legge targata Italia viva per l'elezione diretta del premier. Lo ha fatto nel suo stile, provocando l'esecutivo, che a suo dire «chiacchiera, chiacchiera» ma alla fine conclude poco. «La nostra pdl per l'elezione diretta del presidente del Consiglio, eletto a suffragio universale, contestualmente al voto per le politiche e con potere di nomina e revoca dei ministri, è una proposta che a parole ha il consenso della maggioranza e di parte dell'opposizione, ma sono nove mesi che fanno melina». Una frecciata all'indirizzo di Giorgia Meloni, che in effetti si è detta più volte favorevole al premierato ma che da quando è a Palazzo Chigi non ha ancora dato seguito alle dichiarazioni fatte sul tema: «Fa parte del nostro programma elettorale - ha incalzato il senatore fiorentino -, se qualcuno non ci sta lo dica».
L'ex premier ha fatto chiaramente capire di essere disposto a lavorare anche in agosto per approvare la pdl e le altre proposte del suo partito il più presto possibile e a questo proposito si è direttamente rivolto al presidente del Senato Ignazio La Russa: «Sono davvero sconvolto dalla qualità del dibattito politico di questa fase. Abbiamo una serie di problemi che richiederebbero una grande discussione. Il presidente La Russa è stato attaccato per le settimane di vacanza del Senato. A parte che il calendario lo decide la conferenza dei capigruppo, ma svelo: non si fa attività in Parlamento perché non ci sono le proposte del governo. Io dico a La Russa: c'è la mia proposta, il ddl di iniziativa Renzi e Paita, contro il dissesto idrogeologico e per il ripristino di Casa Italia e Italia sicura. Se il governo ha voglia di lavorare, la settimana prossima si cancellano le ferie, si vota questa proposta e in due giorni si dimostra che il Parlamento ha voglia di lavorare. Dico a La Russa - ha concluso - invece di cinque facciamo quattro settimane che va bene lo stesso».
Poi una precisazione a chi gli ha chiesto se la proposta sia stata appoggiata anche dal cofondatore dell'ormai ex Terzo polo, Carlo Calenda: «Gli capita di dare risposte su quello che penso io, ma io non mi permetto di dare risposte su quello che pensa lui. L'elezione diretta del premier era sul nostro programma, questo lo posso dire. Chiedete a lui». Un commento piuttosto freddo, che segue quelli rilasciati ieri da Azione in merito alle cene al Twiga con Santanchè di alcuni esponenti di Iv. Argomento su cui lo stesso Renzi non si è però tirato indietro: «Non mi interessa dove vanno a cena Bonifazi o la Boschi, né dove va Richetti...mi interessa che Bonifazi e Boschi portino avanti in aula le proposte per gli italiani. Questa storia ricorda quello che facevano i grillini prima maniera, parafrasando Pasolini parlerei di grillismo degli antigrillini». Sempre sui rapporti interni al Terzo polo Renzi ha poi chiarito ulteriormente la sua posizione sul futuro del gruppo: «Io sono fermo a quello che ci siamo detti in una riunione chiusa all'unanimità. Se qualcuno ritiene di dover cambiare idea lo dica. Non mi sentirete mai fare attacchi personali. Se nelle prossime settimane si vorrà fare chiarezza penso che si dovrà indicare il percorso per le Europee. C'è uno spazio enorme per i riformisti. Se si vuole costruire quello spazio noi ci siamo, il menù del Twiga è un'altra cosa».
Poi un'altra stoccata al governo, ma sul fronte del caro benzina: «L'aumento della benzina non dipende solo dal governo, ma il governo ha tolto lo sconto sulle accise messo dall'esecutivo Draghi e messo soldi, su forte pressione di Lotito, alle società di calcio di serie A. Quindi, domando a Urso, sono le società di serie A che meritano i denari o il ceto medio?». Un modo per allontanare i sospetti di un avvicinamento alla maggioranza, di cui i giornalisti hanno comunque chiesto conto al diretto interessato: «A chi dice che appoggiamo il governo dico che siamo gli unici che fanno una opposizione seria e non ideologica - ha replicato Renzi -, che non portano le bandierine in piazza, ma le nostre proposte di legge».