Attualità

Renzi stoppa il polo di centro: «Credo nel bipolarismo»

venerdì 29 aprile 2016
ROMA Nel suo Pd non si parla che del patto con Verdini, e il premier- segretario, in onda via web per rispondere alle domande degli italiani insieme con il governatore della CampaniaVincenzo De Luca, ragiona: «Credo nel bipolarismo, per questo credo nel Partito democratico », e dunque non c’è spazio per un «grande polo di centro». Ma nel Pd, assicura, non c’è spazio per i corrotti. Una precisazione che arriva mentre il partito soffre l’inchiesta di Caserta che ha coinvolto il presidente del Pd campano Stefano Graziano. Il leader dem non entra direttamente nel triste capitolo, ma ammette: «Ogni volta che emerge una storia di corruzione io mi indigno, mi arrabbio. Ma tutti dobbiamo riconoscere che ci sono distinzioni tra intere categorie e singoli o gruppi organizzati che commettono errori». Non per questo, comunque, «si può sparare nel mucchio» o si «fa il gioco di chi ruba ». Insomma, contro i corrotti «noi ci siamo, non abbiamo paura». Il premier vanta il lavoro del suo esecutivo: «Abbiamo fatto delle regole molto dure contro la corruzione. L’Anac di Cantone non c’era, l’abbiamo messa noi. Abbiamo aumentato le pene per corruzione e mafia, introdotto ecoreati, abuso d’ufficio e autoriciclaggio. Abbiamo messo regole molto, molto dure. Ma non mi accontento, ho fame di risultati», insiste Renzi. Il forum spazia e le domande sono disparate. Il premier parla delle misure in itinere. «Sì al sostegno per le partite Iva: tra maggio e giugno con un provvedimento sulla competitività cercheremo di dare una mano più forte alle partite Iva». E però «abbassare l’Iva in questo momento non è la priorità». Perché «i denari servono». Sempre in questi giorni arriverà il decreto per sistemare la situazione dell’Isee per le pensioni d’invalidità, perché non siano più calcolate come reddito. Quanto al ministro dello Sviluppo economico, «ne parleremo la settimana prossima», assicura. Ci sono poi le altre questioni: «Stiamo cercando di fare un grande recupero di credibilità internazionale del Paese, soprattutto perché mentre noi allarghiamo i muri con la banda larga, altri costruiscono muri e chiudono confini, una cosa controtempo e totalmente slegati da qualsiasi tipo di realtà». Con la banda larga «ci giochiamo parte dello sviluppo del Paese. Non dobbiamo investire solo su infrastrutture tradizionali ma anche a superare il digital divide». E forse già oggi potrebbe esserci il decreto attuativo del Foia (il «Freedom of Information Acts», ovvero le norme che regolano il diritto di accesso all’informazione). Riguardo alle scadenze parlamentari, «il 9 maggio inizierà il voto sulle unioni civili; l’approvazione dipenderà se mettiamo la fiducia. Non lo abbiamo ancora deciso, no è sicura ma è probabile», dice. E poi torna sulle altre questioni di attualità. «Siamo qui a Chigi elmetto in testa per sbloccare tutto ciò che può essere sbloccato e dare un segnale di ripartenza al Paese. A volte, è vero, c’è la tentazione di alcuni a vivere di rendita. Ma noi andiamo avanti, saremo in giro nei prossimi giorni». Quanto alla politica estera, «non è vero che mandiamo 900 soldati» in Libia. Una diretta con il governatore campano «stranamente moderato», scherza Renzi riferendosi a de Luca. (R.d’A.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Il premier Matteo Renzi e Vincenzo De Luca