Attualità

Riforme. Renzi scuote la pubblica amministrazione

Marco Iasevoli mercoledì 30 aprile 2014
Il cannone si sposta su burocrazia e giustizia. Matteo Renzi inizia oggi, con una nuova presentazione-show (ma senza slide), a mettere sui binari la riforma della pubblica amministrazione e quella dei Tar. «La più difficile, ci vogliono i marines. Ci saranno cose che faranno discutere, useremo un metodo un po’ diverso», dice a Porta a porta annunciando interventi come la «licenziabilità dei dirigenti», il prosieguo dei lavori pubblici anche in caso di sospensiva dei tribunali amministrativi, la «semplificazione delle gare» e «un pin unico in mano ai cittadini» contro le code.In realtà, il Cdm di oggi pomeriggio non varerà alcun provvedimento. Renzi spiega che la conferenza stampa sarà un «racconto», mentre i due provvedimenti (un decreto e un ddl) arriveranno dopo. Quanto al «metodo un po’ diverso», la sensazione è che il premier voglia legare il suo intervento «per beccare i fannulloni e premiare chi è bravo» ad un referendum, quasi per ingabbiare la prevedibile controffensiva dei sindacati. O, altra ipotesi che circola in serata a Palazzo Chigi, quella di farsi suggerire dai cittadini gli enti inutili (Renzi, ribadendo l’obiettivo di portare le partecipate da 8mila a mille, parla apertamente di privatizzazioni - «Io a Firenze l’ho fatto» - o di un blocco di trasferimenti ai comuni che continuano a ripianare i debiti).«Non ci saranno 85mila esuberi», assicura però il premier riprendendo il numero fatto dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli. Anzi, Renzi manda un’altra stoccata all’ex manager del Fondo monetario internazionale: «È una cifra teorica che gli serve per dire quanti soldi gli mancano, ma non si fa così». Ci sarà un piano di prepensionamenti e mobilità obbligatoria, ci sarà «una specie» di dirigente a tempo determinato, un’offensiva contro i «troppi manager pagati senza dire cosa fanno davvero». Nessun accanimento invece verso «il povero dipendente che non deve essere licenziato perché il governo ha da tagliare». La mossa che si attende è invece su una nuova catena di concorsi pubblici per riportare i giovani nella PA, «perché la nostra media età è più alta». «Meno politici in giro per più lavoro ai ragazzi», è lo slogan. Potrebbe essere il preludio di un parziale sblocco dell’attuale turnover uscite-ingressi.La seconda parte dell’intervista-fiume da Bruno Vespa ha come cuore il tema della giustizia. «Se risolviamo questioncine come fisco e giustizia diventiamo leader mondiali...», affonda. Poi continua: «Parto dalla giustizia civile, perché è quella più sentita dai cittadini, per le imprese sono i più i costi per i ritardi dei processi che i costi del lavoro. C’è grande spazio d’azione». Renzi tenta con tutte le forze di smarcarsi dall’idea del vecchio Pd all’inseguimento delle toghe, e torna anche a definire «offensive, sbagliate, non rispettose del principio della separazione dei poteri» le parole dell’Anm sulla riduzione a 240mila euro del massimo stipendio in magistratura.Tra un affondo su Grillo («Imbarazzanti le sue parole sugli 80 euro, per lui sono il prezzo di due suoi spettacoli... Lui spera che l’Italia vada male per vendere più biglietti») e uno su Berlusconi («Mi definisce simpatico tassatore? Simpatico non so, tassatore no di certo...»), c’è tempo per rifissare intorno all’1 per cento il Pil del 2014 e per quantificare «in miliardi i soldi rientrati dall’evasione». Prima del Cdm, Renzi vedrà il ministro dello Sviluppo Federica Guidi «per parlare dei tagli alla bolletta energetica», poi il nuovo ad di Poste Francesco Caio.