Attualità

Anticorruzione. Renzi: ecco i poteri a Cantone

Vincenzo R. Spagnolo sabato 14 giugno 2014
​«Nel decreto legge sulla pubblica amministrazione, prevediamo che all’Anac siano attribuiti i poteri esistenti e anche i poteri dell’autorità di controllo e vigilanza dei contratti e servizi pubblici...». Sono le otto di sera quando, a Consiglio dei ministri ancora in corso, il premier Matteo Renzi conferma ai cronisti assiepati nella sala stampa di Palazzo Chigi che alla fine, dopo tanto dibattere, i cosiddetti "superpoteri" per l’Autorità nazionale anti corruzione, presieduta da Raffaele Cantone, sono stati approvati. Si trovano, appunto, nel provvedimento d’urgenza sulla P. A passato ieri al vaglio del Cdm. E dovranno consentire al magistrato che presiede l’Authorithy e agli altri quattro commissari indicati ieri (Michele Corradino, Francesco Merloni, Ida Angela Nicotra e Nicoletta Parisi) non solo di vigilare sul corretto andamento delle opere pubbliche, ma anche di adottare contromisure in caso di violazioni. Presumibilmente, con la soppressione dell’Avcp (finora guidata da Sergio Santoro), il passaggio delle sue funzioni all’Anac dovrebbe prevedere il trasferimento delle risorse umane e finanziarie necessarie per lo svolgimento delle funzioni. Mentre Renzi parla, il testo integrale del decreto non è ancora stato diffuso (lo sarà probabilmente nelle prossime ore) ma è lui stesso ad anticipare alcuni contenuti, dopo le tante bozze circolate nei giorni scorsi. Ad esempio, avverte il premier, in caso di notizie di reato come quelle sull’Expo di Milano o sul Mose di Venezia, l’Anac potrà intervenire: «Funziona così, se si ha una notizia o una valutazione di restrizione della libertà personale» o «in caso di vicenda oscura», l’Anac «può segnalarla e può disporre un commissariamento ad hoc non dell’intera azienda ma di quella parte che svolge il lavoro contestato, nominando uno o più commissari ad hoc e redigendo una contabilità separata». Inoltre, in particolare per le grandi opere in corso a Milano, ha aggiunto il premier, «partiamo con Open Expo, con tutti i dati trasparenti on line».Da Napoli, mentre il Cdm è in svolgimento, il numero uno dell’Anac Cantone (impegnato in un convegno dal titolo emblematico: «Guarire la corruzione»), apprende "in diretta" del varo del dl, leggendone i contenuti sul suo smartphone: «Mi hanno inviato alcuni articoli che riguardano l’Expo – comunica –. Sono norme positive e coraggiose», grazie alle quali l’Italia potrà «evitare figuracce». Ma il magistrato campano, con la pragmaticità che lo contraddistingue, rimane coi piedi per terra: «Nessuno si aspetti da me opere messianiche. Mi possono dare tutti i superpoteri, ma non potrò impedire il verificarsi della corruzione in futuro. Però, dobbiamo provare a invertire un trend». Dalla lettura rapida degli articoli del dl, Cantone trae una prima valutazione: «Mi sembrano positive intanto le misure sull’Expo, in ordine alla possibilità di controlli preventivi da parte dell’Anticorruzione sugli appalti in corso e su quelli da affidare», ma anche l’introduzione «di un meccanismo che, pur non prevedendo la revoca degli appalti, ne prevede il commissariamento». Una soluzione che, in sintonia col premier, Cantone valuta con favore, perché «non impedisce il proseguimento dei lavori, ma impedisce al soggetto che corrompe di ottenere un vantaggio dal proprio reato». Ora finalmente si può partire, lascia intendere il magistrato: «So bene che sono provvedimenti emergenziali, ma sono necessari perché ora serve una risposta. Chi parla di mani pulite, non deve tenersele in tasca». E l’Anac, promette Cantone, non abbasserà la guardia neanche in futuro: «Quando non si parlerà più dei casi eclatanti emersi in queste settimane, non si parlerà più di corruzione. Ma la corruzione è come la mafia: quando non se ne parla, vuol dire che prospera».