Politica. Sulle trivelle scontro alla direzione Pd
IL DISSENSO SUL REFERENDUMUna linea che trova in disaccordo la minoranza Pd: in 24 chiedono di cambiare indicazione e di invitare gli italiani al voto, ma l'ordine del giorno non viene votato. Renzi tiene ferma la linea dell'astensione. Per chi andrà a votare, assicura, "non ci saranno scomuniche". Ma alla sinistra Dem chiede "l'onestà intellettuale" di ammettere che l'astensione è "legittima". Non andare a votare, ribadisce, serve a bocciare il quesito che il Pd ritiene sbagliato. Questa volta, però, le tre aree della sinistra Dem consumano uno strappo rispetto alla linea del partito. L'accusa di fondo è di metodo: non ci sono spazi di discussione e condivisione delle decisioni nel partito. È stato sbagliato, attaccano Speranza e Cuperlo, inserire nella manovra l'emendamento su Tempa Rossa finito tra le carte dell'inchiesta di Potenza. "Avrei voluto discuterne", dice Speranza. Più in generale, dice Cuperlo a viso aperto al segretario ("in faccia, come piace a te"), Renzi non si sta rivelando "all'altezza" del suo ruolo.Ma il dato politico è che sulle trivelle una parte del Pd si sgancia dalla linea del partito. E se i governatori De Luca e Pittella si allineano al governo, Michele Emiliano tiene ferma la linea del sì al referendum: "Gli argomenti di Renzi sono uguali a quelli dei petrolieri".
LA DELUSIONE DEI MOVIMENTI AMBIENTALISTII movimenti ambientalisti, che hanno chiesto un incontro pubblico al premier per parlare del referendum sulle trivelle. "Abbiamo ritenuto doveroso - spiega Marica Di Pierri, dell'associazione 'A Sud' - scrivere al segretario del Pd per dirgli che siamo sconcertati dall'invito all'astensione, perché pensiamo che gli istituti democratici vadano rispettati e promossi. Chiediamo un confronto aperto per discutere di questa questione". Il Comitato 'Vota sì per fermare le trivelle'", che riunisce più di duecento tra associazioni nazionali, comitati, sindacati. Comitato che si aggiunge al gruppo delle nove Regioni che hanno promosso il referendum.
LA MOZIONE DI SFIDUCIA DEI 5 STELLEIntanto il Movimento 5 stelle depositerà domani al Senato la mozione di sfiducia nei confronti del governo Renzi. Dalle prime anticipazioni sulla bozza del documento, diffuse dalle fonti parlamentari stellate, emerge la tesi di fondo alla base della campagna lanciata dopo l'esplosione dello scandalo sul petrolio in Basilicata legato all'inchiesta della Procura di Potenza: secondo il principale gruppo di oppposizione è tutto il governo a portare la responsabilità dei rapporti con i petrolieri e non bastano le dimissioni del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi a chiudere il caso.