Giovedì scorso il vertice straordinario europeo a Bruxelles, oggi l'incontro tra il premier Matteo Renzi ed il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Sull'onda dell'indignazione per l'ultima
tragedia del mare l'Italia continua a pressare per un maggiore coinvolgimento degli organismi internazionali nella crisi del Paese nordafricano. Ban ha comunque messo subito un punto fermo alla vigilia della visita: "non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo".
Il segretario dell'Onu si vedrà con Renzi e con l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, nel pomeriggio a bordo della nave San Giusto della Marina Militare, impegnata nelle operazioni di ricerca e soccorso nel Canale di Sicilia. "Voglio - ha annunciato Renzi - fargli vedere fisicamente e
plasticamente che cosa sta facendo l'Italia".
I mezzi italiani, insieme a quelli di Triton ed ai
mercantili privati stanno affrontando l'emergenza partenze dalla
Libia che ha già portato a superare la quota di 25 mila persone
sbarcate quest'anno. Dal vertice Ue Roma ha ottenuto il
triplicamento dei fondi per le operazioni Frontex ed un mandato
esplorativo alla Mogherini ad una missione europea per
identificare e distruggere i barconi prima che siano usati dai
trafficanti. Proprio quest'ultimo è uno dei punti più delicati
in ballo e sul quale è necessario il coinvolgimento dell'Onu.
L'Italia, ha informato nei giorni scorsi Renzi, "ha chiesto alla
Francia, alla Gran Bretagna e alla Spagna il sostegno ad una
risoluzione dell'Onu sulla Libia". La risoluzione avrebbe lo
scopo di dare copertura a quello che viene definito non un
intervento militare, ma "un'operazione di polizia
internazionale" finalizzata alla distruzione dei barconi usati
dai trafficanti di uomini.
Altro punto fondamentale della strategia italiana è il
coinvolgimento dei Paesi di origine e transito dei migranti, sul
cui territorio potrebbero essere realizzati dei centri per
esaminare in loco chi ha diritto all'accoglienza in Europa.
Anche in quest'attività è importante l'intervento delle Nazioni
Unite attraverso l'Unhcr.
Da parte sua Ban in un paio di interviste ha precisato la sua posizione, ribadendo il no all'opzione militare in Libia. "È cruciale - ha sottolineato - che la concentrazione di tutti sia su salvare le vite, inclusa
l'area libica delle operazioni di ricerca e soccorso", ma "la
sfida" è "anche assicurare il diritto all'asilo del crescente
numero di persone che in tutto il mondo scappano dalla guerra e
cercano rifugio". Quanto alla Libia, per il segretario Onu "non
ci sono alternative al dialogo. Il mio Rappresentante speciale,
Bernardino Leon, e la sua squadra continuano a lavorare in
maniera instancabile con le parti libiche coinvolte, per
aiutarle ad arrivare insieme ad uno spirito di compromesso".