"Italy is back". L'Italia è tornata. Lo ha detto il premier Matteo Renzi, a Londra, durante l'incontro con gli investitori della City. Obiettivo fare capire che l'Italia è in movimento nella direzione giusta. E, soprattutto,
che i suoi conti sono "solidi e sostenibili" e che la riforma del mercato
del lavoro, a partire dall'articolo 18, che rappresenta "una
mancanza di libertà per gli imprenditori", è la più importante
e urgente tra quelle a cui il governo sta lavorando- E quindi arriverà. Lo promette. E si sbilancia sui tempi: al massimo entro un mese.
In precedenza, in questa lunga giornata inglese, Matteo Renzi si era incontrato con il collega britannico David Cameron, incassando solidarietà
sulla flessibilità, e riconsolidando subito l'asse con la Francia,
che i compiti a casa, almeno fino al 2017, non li farà. Già i compiti a casa. Quelli citati dalla Merkel che ieri è tornata a ripetere che bisogna fare "i compiti a casa", proprio con riferimento a Parigi. Ma Renzi, senza citare mai direttamente la leader tedesca, a Cameron ha spiegato: "Nessuno ha il diritto di trattare gli altri Paesi come si trattano gli studenti", l'Europa "non è un posto per insegnanti e studenti". Messaggio a Berlino.
Per farsi capire meglio il premier italiano ha aggiunto: "Io sto con Hollande, se la Francia ha deciso di posticipare il rientro nei parametri del 3% "ha i suoi motivi". Per poi subito precisare che la situazione italiana è "diversa" e che
Roma intende "rispettare i patti" e non sforerà il tetto del 3%
sul bilancio. Resta il fatto che "un paese libero e amico come
la Francia", che rappresenta la seconda potenza europea, non può
essere trattato come uno scolaretto. Così come gli altri paesi
europei. E l'Italia ne sa qualcosa.
Mentre aumentano i Paesi che invocano la flessibilità, la linea di Renzi resta la
stessa: l'Italia rispetterà i parametri, e rispetterà anche
l'agenda di riforme, ma è indubbio che il rigore assoluto non ha
salvato l'eurozona. Anzi. Per questo Renzi, incontrando Cameron
a Downing Street è tornato a ripetere che serve un'Europa più
snella e "smart". In grado di prendere le decisioni. E ha
trovato sponda nel primo ministro britannico, convinto della
necessità di un "cambiamento": l'Ue, ha detto, deve essere "più
flessibile".