Alzare a 500 milioni, e rendere permanente sin dal 2015, il finanziamento del 5 per mille. Istituire il Servizio civile universale non obbligatorio, e aprirlo a un massimo di 100mila giovani per una spesa di 600 milioni all’anno. Destinare 500 milioni di finanziamento alle imprese sociali con una particolare attenzione alle start-up giovanili. Ha preso forma sabato sera, sulla scrivania del ministro Maria Elena Boschi, il piano del governo per il Terzo settore. Matteo Renzi ne ha limato i dettagli, e martedì mattina lo ha diffuso via twitt e sul sito internet del governo (
leggi le linee guida), seguendo lo schema già utilizzato per la riforma della pubblica amministrazione: dopo l’annuncio, 30 giorni di consultazione, anche on line. Poi il provvedimento, forse una legge-delega.
5 per mille permanente. Nel 2014 il 5 per mille è stato finanziato per una cifra intorno ai 400 milioni. Il passo avanti dell’esecutivo è stabilizzare il contributo, alzarlo a 500 milioni, riscrivere i criteri d’accesso per privilegiare il "vero" Terzo settore e istituire obblighi più stringenti di rendicontazione.
Servizio civile universale. Quest’anno sono state accolte solo 15mila domande di servizio civile. Si punta ad arrivare a 80mila, quante sono le richieste pervenute, fino a un massimo di 100mila. L’idea – che per qualcuno dovrebbe addirittura finire in Costituzione – è che il servizio civile diventi una possibilità offerta a chiunque voglia usufruirne. L’intenzione è inoltre quella di istituire una programmazione triennale, dato che i progetti annuali hanno mostrato il fiato cortissimo. A cambiare è anche la natura dell’anno di servizio: più formazione, più orientamento verso professionalità da spendere poi nel mercato del lavoro, più esperienze europee e all’estero. Il costo dell’intervento è di 600 milioni di euro, ma si vuole chiamare alla compartecipazione il mondo privato, le fondazioni, gli enti caritatevoli.
Le start-up sociali. È la prima promessa del ministro del Lavoro Giuliano Poletti: istituire un fondo da 500 milioni per finanziare iniziative imprenditoriali nel sociale, includendo anche le start-up giovanili - magari attraverso l’equiparazione a quelle innovative -. Domani dovrebbe essere il momento giusto per presentare lo strumento nel concreto.
L’intervento regolatorio. È molto attesa dagli operatori la riforma del titolo II del libro I del Codice civile, la cui origine risale addirittura al 1942. Si cerca di dare maggiore chiarezza giuridica ad associazioni, onlus, fondazioni, comitati... E di stabilire norme più stringenti in termini di trasparenza e contabilità, per scoraggiare il "finto" Terzo settore.Sono interventi che, per capitoli, Matteo Renzi aveva anticipato al festival del Volontariato di Lucca. Uno degli organizzatori di quella kermesse, il deputato Pd Edoardo Patriarca, ha partecipato alla stesura del piano insieme al sottosegretario democrat Luigi Bobba, al viceministro "popolare" Andrea Olivero e a diversi parlamentari della maggioranza. E ora aspetta che le intenzioni si trasformino in realtà: «Sarebbe un investimento mai visto prima che porterebbe, in termini di minore intervento dello Stato, un risparmio di almeno 3-4 miliardi», dice Patriarca mettendo in fila i dati che dimostrano come la spesa pubblica diminuisce quando ci sono opportuni interventi di prevenzione e formazione.