Una grossa nave mercantile, adagiata sul fondale antistante Cetraro, centro del Tirreno cosentino, è stata scoperta sabato dal mezzo telecomandato sottomarino della nave che la Regione Calabria sta utilizzando per fare luce sulla vicenda che vede la zona di mare del Tirreno come possibile deposito di scorie tossiche o forse anche radioattive. Il relitto presenta un profondo squarcio sulla prua dal quale sono visibili alcuni fusti schiacciati.
La scoperta. La scoperta è avvenuta nel pomeriggio di sabato, quando finalmente il robot è riuscito ad effettuare delle fotografie abbastanza nitide. La nave, di cui si ignora al momento la denominazione, sarebbe quasi completamente ricoperta di vecchie reti, evidentemente appartenenti a pescherecci che negli anni hanno incrociato nella zona e che le hanno perse, perché si sono impigliate sul grosso ostacolo. Il luogo si trova a circa 20 miglia nautiche dalla costa, ad una profondità di circa 480 metri. Le foto scattate sono adesso al vaglio dei tecnici, che cercheranno di individuare di quale nave si tratti. Il sospetto è che sia la Cursky, segnalata da un pentito, Francesco Fonti, in una dichiarazione spontanea, e descritta come una nave che trasportava 120 fusti di materiale tossico. Secondo fonti, la nave farebbe parte di un gruppo di tre imbarcazioni, fatte sparire grazie all'aiuto della cosca Muto di Cetraro.
Una task force del ministero dell'Ambiente in azione. Una task force del Ministero dell'Ambiente è intanto entrata in azione nel mar Tirreno, al largo della Calabria, dove è stato individuato il relitto. Ne dà notizia un comunicato del ministero in cui si aggiunge: "Appreso dell'avvistamento del relitto infatti è stato attivato dal gabinetto del Ministro un coordinamento operativo fra Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, Ispra e direzione competente del Ministero". In programma per oggi il vertice al Ministero dell'Ambiente alla presenza anche della Guardia Costiera, che è dotata di unità per la tutela ambientale attrezzate con le più moderne tecnologie. Intanto i mezzi navali antinquinamento utilizzati dal Ministero si stanno già dirigendo nella zona. "Obiettivo - conclude la nota - è quello di mettere in campo tutte le unità e le conoscenze tecniche che possano agevolare l'accertamento di ciò che è sepolto in fondo al Tirreno e, quindi, eventualmente programmare gli interventi necessari a salvaguardia dell'ambiente e della salute pubblica. Il ministero, in considerazione del fatto che la vicenda è oggetto di una inchiesta della magistratura, metterà mezzi e professionalità a disposizione della Procura competente, che è stata già contattata ed informata, al fine di operare in modo coordinato con l'obiettivo di un sollecito accertamento dei fatti e degli eventuali rischi di inquinamento".