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L'allarme. 4 studenti su 10 hanno provato le droghe. Cocaina e crack, aumenta l'abuso

Vincenzo R. Spagnolo martedì 25 giugno 2024

La presentazione della relazione annuale sulle tossicodipendenze nella sala stampa di Palazzo Chigi.

Il campanello d'allarme della Relazione annuale sulle tossicodipendenze è di quelli che non possono essere ignorati. E per descrivere lo scenario, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano va dritto al punto, snocciolando una serie di dati: «Abbiamo un abbassamento dell'età del primo approccio della popolazione giovanile alla droga - spiega -. Quasi 960mila giovani tra i 15 e i 19 anni, ossia il 39% della popolazione studentesca, in pratica 4 studenti su dieci, hanno assunto nella loro vita almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale».

Inoltre, in base a rilevazioni effettuate nel 2023 «più di 680mila, cioè un quarto della popolazione studentesca, lo hanno fatto nel corso dell'ultimo anno». La relazione, che come ogni anno il Dipartimento per le politiche antidroga di Palazzo Chigi invia al Parlamento, è stata presentata dal sottosegretario Mantovano, affiancato dai ministri della Giustizia Carlo Nordio, dell'Istruzione Giuseppe Valditara, della Salute Orazio Schillaci, dalla viceministra alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci e dalla sottosegretaria all'Interno Wanda Ferro.

Spacciatori e baby killer: il caso di Pescara

Entrare nel "mercato" come consumatori può portare ad essere agganciati, poi, come manovalanza nelle reti dello spaccio. I dati dicono che i minorenni denunciati per reati penali correlati alla droga sono in aumentodel 10% rispetto al 2022 (in tutto sono stati 1.246, il 4,5% delle persone denunciate). «Siamo rimasti sconvolti dall'ultimo fatto di cronaca, che riguarda la morte del 16enne Thomas Luciani a Pescara - considera Mantovano -. Non è una storia di degrado, perché le famiglie dei presunti assassini sono famiglie che per bene e ora sono nella disperazione come i familiari di Thomas». La lunga serie di casi come questo o come molti incidenti stradali, argomenta il sottosegretario, «ha tre elementi che convergono: la diffusione pandemica delle sostanze stupefacenti, l'abbassamento dell'età del primo approccio e del conseguente uso abituale e l'incremento del principio attivo, che determina l'effetto drogante. Il tutto dipende da una causa di fondo: dalla scarsa consapevolezza diffusa di quanto faccia male qualsiasi tipo di droga».

Coca, alcol e psicofarmaci dilagano fra i ragazzi

In base alla relazione, cresce il consumo di cocaina: quasi 54mila ragazzi tra i 15 e i 19anni riferiscono di averne fatto uso nel 2023 e aumenta anche la percentuale di studenti che l'hanno assunta prima dei 14 anni. Sale pure il consumo di nuove sostanze psicoattive: 160mila studenti tra i 15 e i 19 anni riferiscono di averne fatto uso almeno una volta nel 2023. Le smart drugs più in voga sono i cannabinoidi sintetici (4,6%), la potente ketamina (1,3%), gli oppioidi sintetici (1,3%), i catinoni (0,8%) e la Salvia Divinorum (0,5%). Peraltro, la mescola coi liquori è pericolosa: 380mila giovanissimi hanno anche avuto almeno un'intossicazione da alcol. Un'altra minaccia è rappresentata dagli psicofarmaci senza prescrizione medica, che registrano un boom: sono stati utilizzati da 170mila minorenni (11%), con una diffusione più che doppia tra le ragazze. In generale, l’eroina rimane la droga più diffusa tra coloro che si rivolgono ai Servizi per le Dipendenze patologiche (SerD), seguita però da un aumento di dipendenze da cocaina e crack. Lo conferma il ministro Schillaci: «Il 58% degli assistiti risulta in carico per eroina, il 24% per cocaina, a cui si aggiunge il 2% per crack, e il 12% per cannabinoidi. Se consideriamo solo i nuovi utenti, dal 2015 al 2023 si registra una crescita di trattamento nei Serd per il consumo di cocaina o crack, che raggiunge il 55% (nel 2015 era al 20%)».

Ricoveri e morti per intossicazione

Di conseguenza, sono aumentati gli accessi al Pronto soccorso per situazioni direttamente correlate alla droga: 8.596 nel 2023 (il 5% in più). In un caso su dieci, si tratta di minorenni. I decessi, nel 2023, sono stati 227, soprattutto per consumo di eroina, anche se cresce in modo preoccupante la percentuale di morti per abuso di cocaina o crack.

Fentanyl nelle carceri

Dopo il piano di allerta nazionale varato nei mesi scorsi, continua l'attenzione del governo sul "big killer" rappresentato dal fentanyl, un oppiode usato in medicina come forte analgesico che negli Usa miete circa 60mila vittime l'anno. Una dose, ha ribadito il Guardasigilli Carlo Nordio, «equivale a 100 volte una di eroina, un grammo ti manda all'altro mondo. La cosa ancora più allarmante è che rischia di entrare nelle carceri, attraverso applicazioni in cerotti che vengono anche prescritti all'interno del carcere. Stiamo facendo una mirata attività di monitoraggio sul Fentanyl nei penitenziari. E siamo preoccupati da un'ulteriore droga ancora più potente, il Carfentanil».

I presidii psicologici nelle scuole e il fenomeno hikikomori

Nelle linee guida sull'Educazione Civica, assicura il ministro dell'Istruzione Valditara, sarà garantita massima attenzione nelle aule scolastiche per quanto riguarda la sensibilizzazione su assunzione di alcol e droghe e sull'utilizzo del cellulare. Ma la partita, ritiene Valditara, si gioca pure attraverso una iniezione di “entusiasmo” nei ragazzi e nelle ragazze. «Serve una didattica attrattiva, coinvolgente, partecipativa. Un ripristino del senso del dovere, della cultura del lavoro già nelle scuole: quando ci si appassiona ad un lavoro, non si ha tempo per distrarsi verso altre realtà. Decisivo è il coinvolgimento delle famiglie, dove spesso manca la consapevolezza dell’incidenza che una dipendenza può avere sulla salute e le prospettive di un figlio». La novità, aggiunge il ministro, è quella della stipula di «una convenzione con l'Ordine degli psicologi per individuare un presidio ad ogni Ufficio scolastico. Ma - avverte il ministro - lo psicologo deve intervenire quando c'è un caso veramente grave». Anche perché la fragilità di alcuni ragazzi può sfociare in altri tipi di dipendenze: «Quasi 50 mila ragazzi da oltre 6 mesi sono chiusi a casa e stanno sui social, completamente isolati - conclude Valditara -. Anche in Italia si sta sviluppando la piaga, diffusa in Giappone, degli Hikikomori, giovanissimi che si auto-recludono».