Attualità

L'EMERGENZA. Regioni, un no alle tendopoli

Luca Liverani sabato 2 aprile 2011
Due ore di faccia a faccia tra governo e regioni non servono a vincere il no dei Governatori – di destra e di sinistra – ai campi di accoglienza per i migranti, i profughi ma soprattutto i tanti migranti clandestini in attesa di rimpatrio. Berlusconi agita lo «tsunami umano» in arrivo, promette 7 mila tende in 48 ore, chiede un solo sito per ogni regione (tranne l’Abruzzo che di tendopoli ne ha viste anche troppe) e giura che stanno per partire i rimpatri rapidi in Tunisia, dove sarà lunedì per portare aiuti in cambio del blocco delle partenze. L’attesa lista dei siti, che doveva essere comunicata alle Regioni, resta ancora nel cassetto. E i governatori fanno muro: un conto è dividersi 2mila profughi, come era stato chiesto mercoledì, tutt’altra cosa gestire 20 mila migranti. «E le tendopoli non sono gestibili», scandisce a nome di tutti il presidente della Conferenza delle regioni Errani.Alla cabina di regia presieduta da Berlusconi partecipano i ministri dell’Interno Maroni e per i Rapporti con le Regioni Fitto e i presidenti delle Regioni, l’Anci e l’Upi. Ma il vertice si chiuderà con un nulla di fatto. Quando scende in sala stampa parla di «uno tsunami umano» in arrivo. È indispensabile, dice, fermare l’ondata di sbarchi e rimpatriare i migranti già arrivati. Alla vigilia della sua visita di lunedì, chiede alla Tunisia un impegno per i rimpatri. In cambio, annuncia, l’Italia è disposta a concedere aiuti finanziari, «a fronte dell’impegno a fermare l’uscita illegale di loro cittadini dal loro paese».Sulla necessita di convincere, se non «costringere», come dice Maroni, la Tunisia a rispettare gli impegni presi con l’Italia   collaborazione per i rimpatri e blocco delle partenze  - insiste anche il ministro dell’Interno che annuncia la possibilità di reintrodurre permessi di soggiorno temporaneo per chi volesse ricongiungersi con le famiglie in Francia e Germania. Ma le Regioni non ci stanno: «Diciamo no a situazioni che non si possono gestire, le tendopoli non sono gestibili», dice a riunione appena conclusa, il presidente della Conferenza delle Regioni, Errani. «Abbiamo chiesto un nuova proposta che l’esecutivo si è riservato di presentare martedì». Le Regioni chiedono l’attivazione dell’articolo 20 del testo unico sull’immigrazione, che offre protezione temporanea agli immigrati e dà la possibilità di ricongiungimenti familiari con persone che si trovano in altri Paesi dell’Europa.«È difficile, in un momento di crisi umanitaria, distinguere chi è profugo da chi è clandestino. No comunque ai respingimenti collettivi», osserva il governatore della Puglia, Vendola. «Chiedo che non si facciano "campi di concentramento" che creano tensioni e incertezze», commenta il presidente della Toscana, Rossi.«Il premier ci è sembrato molto disponibile ad accogliere le nostre osservazioni sull’articolo 20 e sul fatto di "spalmare" gli immigrati anche attraverso le congregazioni religiose», dice più conciliante la presidente della Regione Lazio, Polverini. Prova a smorzare le polemiche il presidente della Lombardia, Formigoni. «Il governo non ci ha rivolto alcuna richiesta formale né di tendopoli né di accoglimento di immigrati irregolari in altre situazioni». Da Bruxelles la commissaria Ue agli affari interni Malmstrom assicura che l’Unione è pronta a sostenere con misure ulteriori l’Italia. Molte risposte arriveranno da Tunisi lunedì.