Attualità

Lotta alla malavita. Reggio Calabria, sequestrati beni per 420 milioni

giovedì 13 marzo 2014
I finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria e dello Scico di Roma hanno proceduto al sequestro di beni mobili, immobili, attività commerciali e disponibilità finanziarie per circa 420 milioni di euro a carico di 40 esponenti di potenti cosche della 'ndrangheta operanti nella provincia di Reggio Calabria.Le indagini della guardia di finanza, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, hanno messo in risalto la rilevante sperequazione tra i redditi dichiarati e l'incremento patrimoniale registrato, negli ultimi 15 anni, di 40 persone ritenute dagli investigatori affiliate alle più pericolose cosche della 'ndrangheta. La complessa attività di ricostruzione effettuata dai finanzieri ha consentito, alla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, di emettere i provvedimenti di sequestro.Complessi turistici, società per la costruzione e la gestione degli stessi complessi, veicoli commerciali, sette auto di lusso e conti correnti e disponibilità finanziarie: sono i beni, per un valore complessivo di 420 milioni, sequestrati dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Reggio Calabria, dello Scico di Roma e del Gruppo di Locri a 40 persone ritenute legate alle cosche Aquino e Morabito operanti ad Africo e Marina di Gioiosa Ionica. Le indagini, coordinate dalla Dda di Reggio Calabria, sono state avviate nell'ambito dell'Operazione "Metropolis" nel corso della quale, il 5 marzo scorso, erano state arrestate 20 persone reati associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali illeciti. Le indagini avevano consentito di accertare come le cosche Morabito ed Aquino, attraverso un'articolata e complessa rete di società italiane ed estere, fossero riuscite a garantirsi, con la forza dell'intimidazione mafiosa, la gestione, il controllo e la realizzazione di decine di importanti e noti complessi immobiliari turistico - residenziali, situati nelle più belle zone balneari della Calabria.Dopo l'operazione, la Dda ha delegato il Nucleo di polizia tributaria di Reggio, lo Scico di Roma ed il Gruppo di Locri a fare indagini patrimoniali nei confronti dei soggetti arrestati, dei loro familiari e di altre persone. Gli accertamenti hanno portato all'individuazione di alcuni prestanomi. Una scelta, definita "particolarmente incisiva" dagli investigatori, si è rivelata essere la predisposizione ed acquisizione delle tavole ortografiche e fotogrammetrie satellitari su tutti i beni immobili oggetto di investigazione.Quindi, con un'accurata rielaborazione, sono stati confrontati i numerosi dati acquisiti, mettendo in risalto l'aspetto della sperequazione tra redditi dichiarati e l'incremento patrimoniale accertato, per poi procedere ad una nuova e definitiva analisi contabile, che ha consentito, secondo l'accusa, di evidenziare un eccezionale arricchimento patrimoniale dei soggetti attenzionati, realizzato nel corso degli ultimi 15 anni.LIBERA: ROMA SCELTA PER RIPULIRE I SOLDI DEI BOSS"È sempre più allarme rosso. Sull'asse Reggio Calabria-Roma viaggia la forza economica della mafie ed è ormai chiaro che la Capitale è stata scelta come luogo privilegiato per reinvestire e ripulire i soldi dei boss". È quanto si legge in una nota di Libera in merito al sequestro operato dalla Guardia di finanza di beni per un valore di 420 milioni di euro alle cosche di 'ndrangheta. "Gratitudine alla magistratura e alle forze dell'ordine - prosegue la nota - che stanno lavorando tanto e bene, per il nuovo colpo alla cupola economica di 'ndrangheta. Se è vero che le mafie sono delle holding finanziarie, allora va da sé chepuntino con forza su Roma e dintorni, e i sequestri di beni degli ultimi anni dimostrano concretamente come le mafie hanno una loro predilezione per bar, caffè, ristoranti di lusso e locali della movida".Proprio di fronte agli scenari sempre più inquietanti che emergono dall'attività giudiziaria, è scritto nella nota, Libera, in collaborazione con associazioni e organizzazioni sindacali di Roma e del Lazio, promuove per domani alle 17 nella Casa Internazionale delle Donne, l'assemblea cittadina La Capitale dell'antimafia. Percorsi, progetti, strumenti perliberare Roma dai clan. L'iniziativa è stata organizzata in preparazione della XIX Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie che si svolgerà il prossimo 22 marzo a Latina.