Manovra. Reddito di cittadinanza in vigore da oggi. Di Maio: «Bentornato Stato sociale»
Il vicepremier e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio (Ansa)
Il presidente della Repubblica ha firmato ieri il decreto attuativo della legge che introduce, con la Quota 100 per le pensioni, il Reddito di cittadinanza. «Bentornato Stato sociale», ha esultato via Facebook il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, che ha annunciato anche l’arrivo di 10mila 'navigator', tra Anpal e centri per l’impiego, per aiutare le persone in difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro. La riforma, cavallo di battaglia del M5s, è in vigore da oggi, perché ieri è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Parte perciò il conto alla rovescia. Il sussidio, una sorta di reddito minimo garantito, è potenzialmente «per sempre» (ma rinnovabile di 18 mesi in 18 mesi con una pausa di 1 mese) anche se secondo il suo ideatore, Pasquale Tridico, entro due cicli, quindi al massimo 3 anni, si riuscirà a trovare lavoro. Intanto entro febbraio l’Inps dovrà preparare i moduli per richiederlo.
Il nuovo beneficio si divide tra integrazione al reddito e contributo per la casa. E andrà da un minimo di 40 euro a un massimo di 780 euro al mese per un single (500 euro più 280 per l’affitto), che arrivano a 1.330 euro per una famiglia con tre o più figli, secondo una scala di equivalenza (0,4 per ogni maggiorenne e 0,2 per ogni minore, massimo 2,1). Per il mutuo il contributo è di 150 euro. La pensione di cittadinanza, invece, è prevista per i nuclei composti interamente da 'over 67'. In questo caso l’assegno massimo è di 630 euro per un anziano solo, a cui si aggiungono 150 euro per l’affitto.
LA SCHEDA Reddito di cittadinanza, istruzioni per l'uso
La platea dei beneficiari del Rdc è formata da 1,3 milioni di famiglie, il 20% straniere (con permesso di lungosoggiorno e residenza in Italia da 10 anni, gli ultimi due continuativi). E tra i requisiti c’è anche il reddito: il tetto Isee è fissato a 9.360 euro, ma c’è un tetto al reddito familiare di 6mila euro (12.600 euro per le famiglie numerose). Il patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa, non deve superare i 30.000 euro, quello mobiliare i 6mila euro per un single, che arrivano 20mila euro se nel nucleo ci sono persone disabili. Non si devono possedere o avere in uso auto nuove o di grossa cilindrata, moto oltre i 250 cc (salvo i mezzi per i disabili) e barche. Non se ne ha diritto se si è in carcere o ricoverati in strutture pubbliche né se disoccupati per dimissioni volontarie.
A febbraio sarà pronto il sito internet, a partire dal 5 marzo si potranno inviare le domande (anche alle Poste o ai Caf). Poi partono tutte le verifiche del caso. E ad aprile (l’assegno è riconosciuto dal mese successivo alla domanda) arriverà a chi ne ha diritto il reddito su normalissime carte Postepay. Ma l’importo andrà speso subito, pena un taglio del 20% il mese successivo.
E poi bisogna essere disposti ad accettare le offerte di lavoro che arriveranno. Nei primi 12 mesi di fruizione è congrua una offerta di lavoro «entro 100 chilometri di distanza dalla residenza» o «comunque raggiungibile in cento minuti con i mezzi pubblici». Se si tratta di seconda offerta il limite sale a 250 km, la terza offerta va accettata in tutta Italia, con una compensazione delle spese di trasferimento (3 mesi di reddito). Dopo il primo anno non si potrà più rifiutare alcuna offerta «congrua» (dunque entro 250 km), pena la decadenza.