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Sud. Il reddito di cittadinanza? Andava ai camorristi. Che ora puntano ai fondi Covid

Antonio Averaimo, Napoli venerdì 29 gennaio 2021

Finanzieri al lavoro a Napoli per smascherare i camorristi che rubano il denaro a chi ne avrebbe reale necessità e diritto

Percettori di reddito cittadinanza nonostante fossero in carcere o comunque condannati in via definitiva per associazione per delinquere di stampo mafioso. La truffa ai danni dello Stato escogitata da 120 affiliati, di alcuni fra i più pericolosi clan della camorra, è stata scoperta in seguito a un’indagine del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli e del Gruppo di Torre Annunziata della Guardia di Finanza, coordinati dalle procure di Napoli, Napoli Nord, Nola e Torre Annunziata.

Il blitz delle Fiamme gialle è scattato all’alba di ieri. Perquisite le abitazioni degli indagati, tutti condannati in via definitiva per associazione mafiosa nell’ultimo decennio, condizione che impedisce la richiesta del sussidio. Per 13 di loro è scattato il sequestro preventivo. Tra l’aprile del 2019 e il gennaio del 2021, le 120 persone coinvolte nell’indagine avevano presentato all’Inps autocertificazioni false. I requisiti necessari per la presentazione della domanda venivano aggiustati, in altri casi omessi.

L’operazione, che ha richiesto l’impiego sul campo di circa 500 agenti, ha portato al sequestro preventivo delle somme ricevute dagli indagati e delle carte prepagate utilizzate per l’erogazione del reddito. Finiti sotto sequestro anche tutti i conti correnti riconducibili ai camorristi percettori di reddito di cittadinanza, rinvenuti sui conti correnti a loro riconducibili e presso le rispettive abitazioni. L’ammontare complessivo del denaro da loro percepito attraverso il sussidio statale è pari a oltre 1 milione e 800mila euro.

Il blitz ha riguardato alcuni quartieri della periferia di Napoli, tra cui Scampia, Secondigliano, Barra, Ponticelli, Chiaiano, e altri Comuni della provincia, tra cui Ercolano, Portici, Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare di Stabia, Casalnuovo di Napoli, Somma Vesuviana, Acerra, Pollena Trocchia, Giugliano, Casoria, Caivano, Sant’Antimo, Afragola, Marigliano e Cicciano. Nell’area di Torre Annunziata, i sequestri hanno riguardato affiliati e vertici dei clan D’Alessandro, Quarto Sistema, Gallo-Limelli-Vangone, Crimaldi, Arlistico-Terracciano-Orefice e Panico-Perillo. Nel capoluogo campano e nel suo hinterland, i gruppi criminali cui fanno capo i camorristi percettori di reddito di cittadinanza sono i Di Lauro, gli "scissionisti" degli Amato-Pagano, i Vollaro, gli Ascione, i Mallardo, i Mazzarella, i Caiazzo-Simmino.

Imprenditore truffaldino smascherato in Puglia ​

A Minervino di Lecce, invece, era un insospettabile imprenditore proprietario di tre aziende ad aver truffato l’Inps. Da ottobre del 2020 percepiva il reddito di cittadinanza per 900 euro al mese. Il "furbetto" del sussidio statale è stato smascherato dopo un controllo incrociato che ha coinvolto i carabinieri del Comando provinciale di Lecce e l’Ispettorato del lavoro.

Gli investigatori hanno rilevato diverse discrepanze nelle dichiarazioni di reddito dell’imprenditore e individuato l’escamotage per poter beneficiare del reddito di cittadinanza senza averne alcun requisito. Ad agosto scorso, l’uomo aveva avanzato istanza di emersione dei rapporti di lavoro di 18 cittadini extracomunitari impiegati nelle sue aziende.

Perché la richiesta venisse accettata e ottenesse il nullaosta per la regolarizzazione, l’imprenditore ha dichiarato redditi alti. Tutto l’opposto di quanto ha dovuto denunciare all’Inps per ottenere il beneficio del reddito di cittadinanza, altrimenti l’istanza non sarebbe stata accettata nell’immediato. L’uomo ha dovuto ripresentare la richiesta ben quattro volte prima che fosse accettata ad ottobre 2020.

I carabinieri hanno inoltrato una segnalazione all’Inps per avviare il recupero delle somme concesse e per la revoca immediata della misura di sostegno. L’imprenditore è stato denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato, falso e favoreggiamento della permanenza illegale di cittadini extracomunitari sul territorio italiano.

E la camorra punta pure agli appalti legati al Covid​

È in arrivo una pioggia di miliardi sull’Italia e la fetta più cospicua di questi soldi andrà al Sud. Le mafie lo sanno e stanno tessendo la propria ragnatela per “intrappolare” tutto questo denaro acquisendo le tante attività, sia nel commercio che nell’industria, che a causa della pandemia sono fallite.

«All’inizio della pandemia – ha detto il presidente della Corte di Appello di Napoli, Giuseppe de Carolis di Prossedi, alla presentazione dell’anno giudiziario 2021 – la camorra ha fatto importanti investimenti nella produzione di dispositivi di protezione individuale e ottenuto appalti, attraverso alcune imprese solo apparentemente “pulite” che sono riuscite ad accaparrarsi anche appalti pubblici per forniture agli ospedali».