Attualità

DIBATTITO. Le reazioni a Monti

Arturo Celletti domenica 23 dicembre 2012
Le parole di Monti dividono il Pdl. "Monti è stato molto equivoco sulle sue intenzioni politiche future, molto chiaro invece sulla sua contrapposizione a Berlusconi e al Pdl. Tanto basta e avanza. Il Pdl con Silvio Berlusconi, candidato al Parlamento e a premier, costruirà un nuovo centrodestra per evitare al Paese un governo Bersani-Vendola o altre disarticolate disavventure", attacca con durezza l’ex ministro Altero Matteoli, che trova subito eco nelle parole di Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri. Diametralmente opposto il commento di Franco Frattini. "Esprimo grande apprezzamento per l'attività e i risultati del governo Monti: riforme che sono servite innanzitutto all'Italia. Resto certo che il premier Monti sarà sicuro protagonista della scena istituzionale anche in futuro. Sosterrò i punti dell Agenda Italia", spiega l'ex ministro degli Esteri. Spicca anche la voce di Mario Mauro: "Da Mario Monti è arrivata una riflessione da statista. - dice il capo della delegazione italiana del Ppe al Parlamento europeo - La necessità di sostenere i punti programmatici e le riforme esposte da Monti dovrebbe diventare l'oggetto del dibattito all'interno non solo dei partiti moderati del centrodestra italiano ma anche soprattutto dell'attenzione che i movimenti, le categorie, le formazioni intermedie della nostra società". L’esponente cattolico del Pdl auspica “una stagione politica segnata non dal muro contro muro ma dall'esigenza di tornare a garantire la prosperità per il nostro popolo e una pace sociale duratura". Anche Alfredo Mantovano, deputato del Pdl e già sottosegretario all’Interno è chiaro: "L'agenda per l'Italia, illustrata oggi nelle linee essenziali dal presidente Monti, mostra certamente continuità di percorso col lavoro svolto nell'ultimo anno: lo sforzo di impedire una completa cessione di sovranità nazionale, che seguirebbe a un aggravamento della crisi, e quello di evitare le facili suggestioni dell'antieuropeismo". E chiede meno slogan e più riflessione ai suoi: “Da esponente del Pdl, rivolgo al mio partito un invito a una riflessione meno rapida su quanto detto oggi dal premier”. Più o meno come lui la pensano, oltre a Frattini, Giuliano Cazzola e altri che, forse, nelle prossime ore usciranno allo scoperto. Dall’altra parte c’è il grosso del partito a cominciare dal segretario Angelino Alfano, e al quale si è allineato l’ex ministro Maurizio Sacconi.Il dibattito aperto da Monti ha ripercussioni anche nel Pd e sull’alleanza Bersani-Vendola. Il segretario è infastidito da Monti e dalla sua chiamata ai riformisti di destra, sinistra e centro, ma non chiude a un dialogo futuro: “Serve una maggioranza politica non più ‘strana’ ma vera e coerente, saldamente europeista e saldamente riformatrice. Quanto ai temi di merito indicati da Monti, ci stiamo lavorando da anni con proposte precise in vista di una riscossa italiana fondata su moralità e lavoro”, dice Pierluigi Bersani che chiosa: “Ascolteremo con grande attenzione e rispetto le proposte di Monti sia laddove coincideranno con le nostre, sia laddove se ne allontaneranno. Quanto alle prospettive politiche, già da domani la parola passerà agli italiani”. Nichi Vendola invece sceglie di rispondere in maniera diretta all’affermazione del premier secondo cui il leader di Sel sarebbe innovatore in materia ambientale, ma conservatore sui temi del lavoro e dello sviluppo: “Nessuno di noi si batte per una prospettiva di regresso, né intende tornare indietro. Il punto al contrario è che è urgente andare avanti: nel senso di far guadagnare diritti alla società italiana”.Anche la Cgil, più volte citata in maniera negativa dal presidente del Consiglio, alza la voce: "Bene le risposte a Berlusconi, chiarissimo sul suo futuro non certo a sostegno dei valori della sinistra e proprio per questo non una parola sulla povertà, sugli anziani, sul welfare, sui giovani, sull'uguaglianza, sulla giustizia sociale, nessuna autocritica sulla mancata equità e sui guasti provocati dalla riforma delle pensioni. Un capolavoro esagerato di narcisismo e una incitazione all'isolamento della Cgil mentre su Melfi ha fatto finta di non vedere la verità negli occhi degli operai", dice il segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone.I no sono scontati e anche i sì. Italiafutura dice di condividere. Puntuale e argomentato anche il plauso dell’Udc di Casini, Cesa e Buttiglione. Secco no invece dai dipietristi dell’Idv e dalla altre formazioni della sinistra radicale. E no duro dalla Lega che con Bobo Maroni affonda il colpo: "Monti: non mi candido, ma forse sì. Ha imparato da Casini e dai democristiani della prima Repubblica"