Attualità

La politica reagisce: sentenza ideologica Ok da ebrei e valdesi

mercoledì 12 agosto 2009
Nel mondo politico le reazioni alla sentenza del Tar del Lazio sull'ora di religione vanno praticametne tutte nella stessa direzione: "scelta ideologica" è il commento che va per la maggiore per definire la scelta del tribunale amministrativo del Lazio. Dai radicali e da ambienti della sinistra invece arriva il plauso alla scelta del tribunale amministrativo che declassa l'insegnamento dell'ora di religione. La politica. I giudizi del mondo politico sono soprattutto di segno negativo nei confronti della decisione del Tar del Lazio. Mariapia Garavaglia, senatrice del Pd, definisce "una forzatura" escludere il docente di materia opzionale dagli scrutini finali. Secondo Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, "è difficile non vedere dietro le debolissime e opinabilissime motivazioni giuridiche del Tar Lazio un pregiudizio ideologico contro l'insegnamento della religione cattolica". Per Maurizio Lupi (Pdl), vicepresidente della Camera, "la sentenza del Tar del Lazio sull'ora di religione è discriminatoria e gravissima". I politici che plaudono al Tar. Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, approva la decisione del tribunale: "Da cattolico, rispettoso della Chiesa e dei suoi comandamenti - dice -, non posso che condividere la decisione del Tar del Lazio in quanto in uno Stato laico tutti i cittadini, cattolici e non cattolici, hanno uguali diritti". Dalla radicale Poletti arriva un plauso al Tar: "La libertà di religione passa attraverso quella di scelta, altrimenti è imposizione". Luigi Berlinguer (Pd), ex ministro dell'Istruzione, annota: "E' indubbio che una scelta religiosa è un fatto di libertà e non può essere valutata con forme come i voti o i crediti". I giuristi cattolici. La sentenza con cui il Tar del Lazio ha escluso i professori di religione dagli scrutini e l'accumulo dei crediti per gli studenti che frequentano l'ora di religione dal computo totale, è "molto stravagante" perchè "il principio di laicità non significa estromettere la cultura religiosa dalle scuole". Lo afferma all'ANSA Francesco D'Agostino, presidente dei giuristi cattolici italiani, che ricorda come "la Corte costituzionale abbia ribadito più volte l'assoluta legittimità di questo insegnamento". I commenti delle altre comunità religiose. La sentenza del Tar "impressiona positivamente" perchè difende la "laicità dello Stato", ma preoccupa la scelta della politica di "sacrificare" questi temi "sull'altare di presunti interessi elettorali". Così Gadi Polacco, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in un intervento pubblicato sul bollettino online dell'Ucei. Viva soddisfazione degli evangelici italiani per la sentenza del Tar del Lazio. La esprime, in una nota diffusa dall'agenzia evangelica Nev, il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), pastore Domenico Maselli.