Trentaquattro Province su 62 al centrodestra, 28 al centrosinistra. sedici Comuni capoluogo al centrosinistra, quattordici al centrodestra. È il bilancio definitivo delle Amministrative 2009 dopo i ballottaggi che si sono tenuti domenica e ieri. Nel 2004 il rapporto era di 50-9 per il centrosinistra per le Province e di 26-4 sempre per il centrosinistra nei Comuni capoluogo. Nella seconda tornata il Pd ha tenuto soprattutto nelle sue roccaforti del centro-sud anche se il centrodestra ha confermato la sua avanzata.Berlusconi interviene con ironia: "Vittoria del Pd? vogliamo sempre perdere così...". "La campagna elettorale - spiega il premier - si è conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province. Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province.Altre 3 province (Monza-Brianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini. Oggi, il quadro si è ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250.592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province. Il centrodestra ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata. Se questa per l'opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così".Per Massimo D'Alema il Pd ha tenuuto. "C'è stata certamente - afferma - una avanzata del centrodestra ma non hanno sfondato e il nostro non è un successo ma abbiamo tenuto molte posizioni importanti nei governi locali". Interviene anche il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini che afferma: "Dall'alleanza con il centro non si può prescindere. Questo bipolarismo coatto non funziona". Per la Lega che esulta per il non raggiungimento del quorum nel referendum parla Roberto Calderoli. "Noi - spiega - abbiamo un quarto dei voti della coalizione, un terzo dei voti del Pdl. Quindi, se l'anno prossimo si vota in 13 regioni, ne vogliamo per noi almeno tre del nord".Il leader dell'Idv, Di Pietro si rivolge al Pd: "Decida cosa fare; no a piede in due scarpe". Poi spiega che l'alleanza del Pd con l'Udc non è stata decisiva. "Il Pd - aggiunge Di Pietro - deve ancora decidere cosa fare da grande e deve fare delle scelte. Il Pd deve decidere con il congresso e con la classe dirigente che ha o che avrà".