Attualità

Reazioni all'attentato di Parigi. "Embargo per chi fa affari con i terroristi"

giovedì 19 novembre 2015
«Atrocità intollerabili e mai giustificate». È fermo l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i rapporti con gli Stati del Vaticano, nel commentare gli attentati del 13 novembre a Parigi. Parlando con il Sir il “ministro degli esteri” della Santa Sede ha sottolineato che per quanto riguarda la possibile reazione contro gli aggressori, «lo Stato, all’interno delle frontiere nazionali, ha l’obbligo di proteggere i suoi cittadini dagli attacchi e dalla presenza terroristica». «L’intervento all’estero, invece – ha aggiunto – deve cercare la legittimità attraverso il consenso della Comunità internazionale a norma del diritto internazionale. Tuttavia, si è visto con chiarezza che non si può affidare la risoluzione del problema alla sola risposta militare». «La Santa Sede – ha proseguito il presule – considera, in via generale, che la via per risolvere le controversie e le difficoltà deve essere sempre quella del dialogo e del negoziato. La soluzione dei conflitti, che vanno affrontati in modo globale e regionale, non è quella dello scontro». Ieri il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, ha poi riproposto «un embargo planetario verso i tanti Paesi che fanno affari, acquistando petrolio o vendendo armi con i Paesi del terrore». Il porporato ha anche ribadito che «il Giubileo va fatto, ci mancherebbe, con le debite cautele». «Non si può negare – ha comunque aggiunto – che ci siano dei timori, purtroppo nessuno può escludere a priori di essere sotto l’attenzione di queste brutalità». "Il problema non è il Giubileo così come non lo si rivolve non andando più al ristorante o vietando i concerti - ha detto monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, oggi a Padova -. Bisogna capire cosa sta nella testa e nel cuore di questi uomini che non hanno bisogno di una occasione per colpire". Abbiamo visto lo sconquasso avvenuto a Parigi ma 24 ore dopo sono stati uccisi 140 ragazzi in una scuola in Nigeria e non so se la notizia sia stata data - ha continuato - Bisogna alzare il livello di conoscenza e prevenzione e l'Italia sta dimostrando di fare. Il problema lo stiamo affrontando, ma in maniera emotiva e quando passerà il disagio emotivo provocato da tutto questo poi ci tranquillizzeremo, con il rischio che tutto torni uguale. Ma non può restare tutto come prima".