Reazioni. Le critiche delle opposizioni. «Dalla premier falsità e propaganda»
Non serve aspettare la fine della conferenza stampa della premier per leggere le reazioni delle opposizioni, che iniziano ad arrivare quando Giorgia Meloni non ha ancora lasciato l’Aula dei gruppi parlamentari.
Tra i primi a intervenire ci sono i capigruppo del Pd, Chiara Braga e Francesco Boccia, che parlano di «falsità e propaganda» da parte della presidente del Consiglio: «Continua a descrivere un Paese dei balocchi, ma non ha un minimo di contezza dei problemi dell'Italia, dalla sanità al lavoro – attaccano i due dem –. Per i conti pubblici si affida al buon andamento dell'economia, rifiuta responsabilità diretta su questioni delicate come Mes, Patto stabilità e leggi sulla concorrenza. Pensa a un'Europa a la carte in cui l'Italia conta sempre meno». Argomenti che certamente saranno oggetto del confronto televisivo tra il capo dell'esecutivo e la segretaria dem, Elly Schlein. Un duello proposto da Skytg24 durante la conferenza e rispetto al quale Meloni si è già detta totalmente disponibile. La circostanza è stata accolta come un successo al Nazareno, che consolida la posizione di leadership del Pd all'interno del fronte delle opposizioni a scapito del M5s.
Sulle riforme è invece il leader di Avs, Angelo Bonelli, a dare fuoco alle polveri, facendo notare che il premierato, al contrario da quanto affermato poco prima dal capo dell’esecutivo, modificherà profondamente i poteri del presidente della Repubblica. «Troppe cose non vere da parte della presidente Meloni – incalza – che si fa forza del suo ruolo di potere con le sue non-risposte trasmesse a reti unificate. Con la modifica dell'articolo 92 della Costituzione, il capo dello Stato non avrà più il potere di nominare il capo del governo, come previsto ora, e si limiterà a “conferire” al presidente del Consiglio eletto l'incarico di formare il governo».
Netto anche il giudizio del fondatore di Iv, Matteo Renzi («mai sentite così tante bugie tutte insieme»), così come dell’ex compagno di avventure nel Terzo polo, Carlo Calenda: «Poco o nulla su ciò che è importante: sanità, salari, istruzione, Pnrr, politica industriale. Molte invettive contro la sinistra, qualche gossip, una spruzzata di influencer, due battute e molta cronaca – scrive su X il leader di Azione –. Si sente la più completa assenza di un progetto per l'Italia. Questa la sintesi della conferenza di Meloni. Ne abbiamo già viste di molto simili».
Il M5s punta invece sulla giustizia e sull’emendamento Costa contro la pubblicazione delle ordinanze di custodia cautelare prima dell’udienza preliminare: «Sulla norma bavaglio si è coperta di ridicolo nascondendosi dietro il fatto che è stata presentata da un parlamentare di Azione – scrivono i rappresentanti grillini nelle commissioni Giustizia –. Pensa veramente di prendere in giro i cittadini? In maniera altrettanto grottesca, si è astenuta da qualsiasi giudizio di merito sullo scandalo Verdini-Anas. Ancora una volta ha mentito agli italiani».
Di «incoerenza e mancanza di visione» parla invece il deputato di PiùEuropa, Benedetto Della Vedova, puntando il dito contro «la rivendicazione della difesa degli interessi corporativi dei balneari» e «la promessa di migliorare la posizione dell'Italia nella classifica Doing Business. Una incoerente leggerezza che mostra la confusione e la mancanza di visione della Melonomics - accusa -. Naturalmente, il tutto condito con gli attacchi alle opposizioni e ai governi passati, non si capisce se anche di quello di cui lei fece parte e che portò l'Italia sull'orlo del baratro».