Melegnano. Hanno adottato un migrante, ancora un episodio di intolleranza razzista
Bakary Dandio in una foto tratta da Facebook via Fotogramma
Ha approfittato della notte, del buio, del fatto che non ci sono telecamere di sicurezza nel “Borgo”, un quartiere di Melegnano, la mano razzista che lunedì ha preso di mira la famiglia Pozzi, i genitori adottivi di Bakary, per scatenare la sua rabbia contro gli immigrati e chi li accoglie scrivendo sul loro muro di casa “ammazza al negar” accompagnato da una svastica.
Giusto una settimana fa se l’era presa con papà Paolo e la mamma Angela Bedoni denunciando “ italiani, pagate per questi negri di m…”
Ma qual è la colpa di questa famiglia? Avere adottato Bak, un ventiduenne senegalese da 4 anni in Italia, dopo aver migrato da Lampedusa sino al lodigiano.
Lui anche ieri era a A San Giuliano Milanese, dove frequenta il terzo anno per raggiungere il diploma di terza media. Poi s’è recato al Centro Sportivo di Melegnano per gli allenamenti di atletica. Papà Paolo Pozzi conferma che Bak è tranquillo, anche se non si capacita di queste scritte di odio.
Martedì sera, prima del Consiglio Comunale, il sindaco Rodolfo Bertoli ha espresso ai Pozzi il disappunto della città per questi fatti, che ha definito odiosi. Ha garantito che nei prossimi giorni verrà organizzata una manifestazione cittadina per dire no all’odio. Il comandante della stazione dei carabinieri di Melegnano Domenico Faugiana, ha assicurato che le indagini, svolte con il comando della compagnia di San Donato, saranno approfondite.
Commossi papà e mamma Pozzi dalla solidarietà sincera che arriva da tutta la comunità. E don Mauro Colombo, il prevosto di questa comunità, parla della loro generosità: “Un’attenzione agli ultimi – dice – che è aumentata a dismisura da quando la notte di Natale del 2004 hanno perso per un incidente stradale la loro figlia Lucia. Questo clima è il frutto di una situazione nazionale, che va contro gli immigrati. Mi dispiacerebbe veramente se in questi atti ci fosse una ribellione, una riposta negativa, contro quella parte di città che lavora ogni giorno con animo solidale per costruire il bene comune”.
Fra le gente frattanto c’è chi fa osservare che nel dialetto locale comunemente si dice “negher” e non “negar”, che è più della parlata bergamasca o bresciana. Come a indicare una pista.