9 ottobre. Il canto gregoriano nella Divina Commedia interpretato da 250 cantori
La Corale di Castrocaro e Terra del Sole, che sarà presente a Ravenna per l'appuntamento con il Gregoriano nella Divina commedia
Domenica 9 ottobre arriveranno a Ravenna da tutta Italia oltre 600 cantori di 30 cori per cantare insieme, in occasione del convegno nazionale dell’Associazione Italiana Santa Cecilia (Aisc), la più grande associazione che opera in Italia a servizio della liturgia ed in particolare della musica sacra.
Spiegano gli organizzatori: “Si tratta di una rivincita sul Covid, che tanto ha penalizzato il canto corale negli ultimi due anni”. Spiega monsignor Tarcisio Cola, presidente nazionale dell’Aisc e dei canonici di San Pietro in Vaticano: “Per noi è una grande emozione ritrovarsi dopo quasi tre anni di sospensione, causa la pandemia per un incontro in presenza, animato in passato anche da oltre 7mila cantori in Aula Nervi in Vaticano. E’ un bel segno di speranza”.
Il programma prevede al mattina il convegno, seguito alle ore 11 in Cattedrale dalla “Missa cum jubilo” in gregoriano, presieduta dall’arcivescovo di Ravenna-Cervia, Lorenzo Ghizzoni. Spiega ancora il presidente monsignor Cola: “Il canto gregoriano è un segno che non ha bisogno di spiegazioni, è vita, è bellezza. Penso che in questi ultimi anni e in molti, impediti dalla pandemia, ne abbiamo sentito la mancanza nella liturgia”. A dirigere un grande coro delle “scholae cantorum” presenti sarà il maestro Michele Manganelli, direttore del coro del Duomo di Firenze, accompagnato all’organo dal maestro Daniele Dori.
Nel pomeriggio alle 15 la manifestazione proseguirà nella Basilica di San Francesco per il concerto sul tema “Il canto gregoriano nella Divina Commedia”, che alternerà salmi e antifone in gregoriano citati nella Divina Commedia e versi dell’opera del padre della lingua italiana. Il progetto è stato ideato da don Marino Tozzi, parroco di Terra del Sole, in diocesi di Forlì-Bertinoro, di cui è responsabile per il canto liturgico e direttore da 40 anni del coro di Castrocaro Terme e Terra del Sole, che durante il VII Centenario della morte di Dante ha portato il concerto nei luoghi dell’esilio di Dante, fra cui abbazie e pievi della Romagna e della Toscana.
Racconta don Tozzi: “L’ispirazione di questo concerto mi è venuta dalla lettura del libro ‘Il Vangelo secondo Dante’ di Giovanni Galletto, nel quale l’autore esamina a fondo ciò che Dante racconta di aver ascoltato nel suo viaggio ultraterreno. Approfondendo la ricerca, ho scoperto i titoli di 35 brani gregoriani in Purgatorio e Paradiso.
Nell’Inferno dantesco non ci sono canti o musiche, ma urla, pianti, gemiti e lacrime. Il Purgatorio contiene 25 canti di nostalgia, speranza, fiducia, mentre in Paradiso sono citati 10 canti di gioia e gloria eterna che hanno colpito Dante per la loro dolcezza”.
Fra i 35 canti gregoriani, introdotti da versi della Commedia, molto belli sono ‘salve Regina’, ‘Regina Coeli’, ‘O padre nostro che nei cieli stai’ (Purgatorio, XI 1-24) e il famoso ‘Vergine madre, figlia del tuo figlio’ (Paradiso XXXIII, 1-21). Il concerto di 250 cantori dei cori del Duomo di Firenze, della corale di Castrocaro e Terra del Sole e di altri cantori selezionati dai 30 cori italiani presenti, riproporranno in San Francesco (dove Dante fu sepolto alla morte e a pochi passi dall’attuale tomba) i canti gregoriani uditi dallo stesso Alighieri a Firenze e nelle varie chiese, abbazie e cattedrali del suo lungo esilio.