Da qualche tempo, nei forum di Internet frequentati da ragazzi in cerca di musica spaccatimpani e sballo anfetaminico, gira voce che il territorio di Firenze sia da evitare, perché lì la polizia ci va giù dura e, se ci si mette, riesce a far saltare tutto. Le cronache danno conto di una corposa serie d’interventi: un rave fermato il 21 agosto 2007 a Vaglia, con centinaia di persone identificate, montagne di casse e amplificatori sequestrati 10 denunce per gli organizzatori e 5 arresti per spaccio. Un secondo “regolamentato” e condotto senza incidenti, sempre nell’estate 2007. Un terzo interrotto nel 2008, identificando e rispedendo all’estero partecipanti francesi che avevano provato a tenerlo ugualmente. Un quarto infine vietato nell’aprile 2009, poi traslocato e nuovamente interrotto dai poliziotti, con l’organizzatore, un 61enne toscano, denunciato per una caterva di reati. Tra i fan dei raduni, il questore fiorentino Francesco Tagliente è diventato impopolare, tan- to che c’è chi lo chiama il poliziotto anti-rave. Pugliese d’origine, da quarant’anni in Polizia, Tagliente non è un novellino: esperto di ordine pubblico negli stadi e già presidente dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, a Roma ha cooperato alla gestione della sicurezza di eventi come il Giubileo del 2000, le esequie di Giovanni Paolo II e l’ascesa al soglio pontificio di Benedetto XVI. A Firenze dal 2007, da quando si è insediato in questura, sta sperimentando un metodo innovativo, di concerto con la Prefettura e con l’Arma dei Carabinieri. A chi gli chiede se abbia una ricetta speciale, replica bruscamente: «Non dico no a chi voglia passare la notte a cielo aperto. E neppure, in teoria, ai rave parties. Però non mi faccio cogliere di sorpresa: quotidianamente, agenti della Digos e della Polizia postale monitorano i siti web dove gira il passaparola sui raduni. Poi, alcuni investigatori assumono informazioni per capire chi e quanti siano gli organizzatori. Infine, in anticipo rispetto alla data fissata, io invito gli organizzatori in Questura ed espongo loro alcuni paletti molto semplici: debbono farci sapere quando sarà il raduno, qual è il sito scelto e se il proprietario ha dato il consenso. Inoltre, chiedo che chi dorme all’aperto sia registrato con nome e cognome, come avviene nei campeggi, e pretendo che sia collocata all’interno della zona prescelta una postazione medica per casi di malori. Preciso che saranno predisposti servizi di controllo delle forze dell’ordine, con unità cinofile, sull’eventuale presenza di droghe e altre sostanze tossiche. Infine, comunico agli organizzatori del rave che un’ordinanza della prefettura stabilirà che, sei ore prima del termine della manifestazione, debba cessare la vendita di alcolici, per evitare che ragazzi ubriachi si mettano alla guida per tornare a casa, mettendo a rischio la vita propria e quella degli altri». Con tanti paletti, capita che la manifestazione salti. Se invece le condizioni vengono rispettate, il raduno di giovani si può tenere. Anche perché, ragiona un investigatore fiorentino, «finisce di essere una bolgia pericolosa e inizia a somigliare a una kermesse, magari movimentata ma certo meno rischiosa». In che senso? Mica un rave diventa una festicciola di educande? «No - spiegano in questura ma almeno è controllato e si può evitare che ci scappi il morto». In effetti, è accaduto con Italia wave nel luglio 2007: l’anno prima si era tenuto ad Arezzo e c’era stato un ragazzo morto per arresto cardiaco. Nel 2007 viene spostato a Firenze: Tagliente è appena arrivato, ma i suoi uomini si organizzano. Uno di loro ricorda come: «Sapemmo del nuovo raduno e individuammo un’area, fu fatta attrezzare e sorvegliata. Alla fine l’Italia wave si tenne e senza incidenti. Prevenire si può, visto che le leggi lo consentono. Pensi ad esempio alla droga: i ragazzi vengono forniti da spacciatori. Allora che si fa? D’intesa coi carabinieri e con la polfer, nell’approssimarsi di una data, predisponiamo servizi di controllo nelle stazioni e negli alberghi della zona. E ci è accaduto di pizzicare in anticipo alcuni pusher in trasferta. Insomma, nel rispetto delle leggi vigenti, stiamo perfezionando gli strumenti d’azione. Ciò non vuol dire che manchino i momenti di tensione, come quest’anno, il 25 aprile...». Un sabato da incubo: i servizi da garantire per la ricorrenza della Liberazione, Digos e Celere impegnate per l’ordine pubblico allo stadio per Fiorentina- Roma. E infine il rave: «Sapevamo che era previsto nell’area del Mugello. Abbiamo fatto accertamenti per individuare l’organizzatore, l’abbiamo convocato sottoponendogli le condizioni di sicurezza per tenere l’evento, ma lui non si è fatto più sentire. Quel giorno avevamo gli uomini contati. Ma siamo riusciti comunque a interrompere il raduno. Migliaia di ragazzi ci hanno riprovato a Greve in Chianti. Anche lì siamo intervenuti sospendendo il rave». Dopo tre mesi di indagini, la questura ha stilato un’informativa congiunta, insieme ai Carabinieri, per denunciare all’autorità giudiziaria il comportamento dell’organizzatore, ritenuto colpevole di una lunga serie di reati.