Sono 13.766 i siti web con contenuto pedofilo denunciati nel 2010 dall'associazione Meter di don Fortunato Di Noto, che ha fatto oggi il bilancio della sue attività. L'aumento è del 100% rispetto al 2009 quando i portali segnalati erano stati 7.240. Il 96% dei siti ha domini generici e specifici, mentre il 4% si compone di social network (2,28%) servizi scambio foto e video (1,51%) ed indirizzi e-mail (0,16%). Internet resta lo strumento preferito dai pedofili, che nell'80% dei casi operano dietro indirizzi apparentemente innocui con estensioni .info, .com, .net. ma nel 20% dispongono di domini specifici provenienti da aree geografiche ben determinate. I riferimenti italiani, iscritti in social networks e simili, erano 51 nel 2009, ora sono 65.Crescono anche le segnalazioni attraverso il forum Meter, che passano da 560 a 889. Scendono invece le segnalazioni da social network, che passano da 851 a 315. In questo caso il decremento è presumibilmente da rinvenire grazie al controllo che i gestori dei siti. Il 57% delle pagine web di pedofilia sono allocate in Paesi europei, seguiti dall'America (38%), dall'Asia (4%), l'Africa (0,40%) e l'Oceania (0,27%). Per l'Africa il 100% dei domini segnalati è in Libia, mentre per l'America primeggiano gli Usa (94%), seguiti con percentuali assai minori da Repubblica Dominicana (2%), Ecuador (2%), Isole Turks e Caicos (2%), territorio d'oltremare del Regno Unito nei Caraibi. Per l'Europa la Russia prende il 99% dei domini, l'1% è diviso tra Italia, Liechtenstein, Ucraina, Romania, Slovacchia, Germania, Olanda, Grecia, Belgio. In Asia domina Hong Kong (50,1%), mentre il resto è diviso tra India, Cina, Giappone, Taiwan, Corea del Sud, Vietnam (2,3, 10,85, 16,5, 4,4% rispettivamente). Anche all'estremo angolo del mondo, l'Oceania, non mancano i domini pedopornografici. Si tratta, delle isole Cocos e Keeling (territorio australiano con meno di 600 abitanti nell'Oceano Indiano), le Tonga e Tuvalu, arcipelago di atolli a metà strada tra Hawaii e Australia.