Attualità

Report povertà. Caritas, allarme bambini 0-3 anni. Uno su sette senza cibo né cure

Paolo Lambruschi mercoledì 19 giugno 2024

Due bambine assistite dalla Caritas

Sono le famiglie con figli minori la maggioranza delle persone in fila ai servizi della Caritas. In particolare è allarme per le famiglie con figli nella fascia 0-3 anni dove oiù di un bambino su sette è povero in termini assoluti e i genitori non gli possono garantire cibo, vestiti, cure. Neppure i giocattoli.

È la principale emergenza denunciata dall'organismo pastorale della chiesa nel rapporto sul 2023. Anno in cui nei soli centri di ascolto e servizi informatizzati (complessivamente 3.124 dislocati in 206 diocesi italiane) le persone incontrate e supportate sono state 269.689 e complessivamente sono stati erogati oltre 3,5 milioni di interventi, soprattutto erogazione di beni materialie e sul fronte alloggio. Quasi 270 mila volti. In aumento del 5%, ma meno rispetto agli altri anni. Ed è uno dei pochi segnali positivi. Si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il “dentro-fuori” la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità. Una persona su quattro è infatti accompagnata da 5 anni e più, un vero e proprio "zoccolo duro" di povertà.

Ed è ormai strutturale, secondo i dati Istat è ai massimi storici. Nel 2023 il 9,8% della popolazione viveva in uno stato di povertà assoluta, vale a dire 5 milioni 752mila residenti, per un totale di oltre 2 milioni 234mila famiglie. E circa il 12% delle famiglie in stato di povertà assoluta si rivolge alla Caritas. Non hanno il minimo necessario perché impossibilitati ad accedere a un paniere di beni e servizi essenziali (cibo, vestiario, abitazione). Ricorre poi il problema sanitario con i diritti negati: il 35,4% delle mamme dichiara di dover rinunciare a prendersi cura della propria salute e quasi una famiglia su sette (15,2%) non accede al pediatra di libera scelta, dato che ricorda la scarsità dei pediatri nel nostro Paese e la necessità di garantire l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale a tutti i minori, come previsto dalla legge. Circa i due terzi degli intervistati dichiarano di essere costretti a rinunciare a opportunità formative e di lavoro non potendo permettersi di lasciare i figli a nessuno, percentuale che sale al 69,5% per le donne.

Un quarto degli assistiti è un lavoratore povero.

Il rapporto segnala altre due priorità, i numeri in crescita di senza dimora e anziani fragili. Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti a un quinto dell’utenza complessiva. Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali Si contano quindi 6.677 clochard in più rispetto al 2022 e oltre 10.500 rispetto al 2021. In prevalenza sono state intercettate nelle regioni del Nord e il nuovo profilo li descrive in prevalenza uomini (71,6%) di cittadinanza straniera (69,9%), provenienti per lo più da Marocco, Tunisia, Romania, Pakistan e Perù con una età media di 44 anni. Quasi la metà si dichiara genitore e il 13% ha un lavoro. Nel 2023 le Caritas diocesane e parrocchiali hanno inoltre incontrato e supportato 35.875 anziani, pari al 13,4% dell’utenza complessiva con un raddoppio delle presenze dal 2015. i problemi sono le utenze e l’affitto oltre alla rinuncia alle cure. Emerge dalle antenne della Caritas sui territori il quadro di un paese che fatica a prendersi cura della povertà multiforme dei più piccoli e dei suoi vecchi, storie che accadono ogni giorno e restano invisibili.