Smentiscono tutto Nino Randazzo e Marco Fedi, i parlamentari australiani del Pd accusati da un video di aver partecipato a brogli elettorali. Interpellato da «Avvenire», il senatore australiano commenta così il video: «Qui c’è un signore che avrebbe fatto incetta di schede, anzi più signori a me totalmente sconosciuti». Randazzo è un fiume in piena: «Non sono mai stato a Clayton, la località che citano, non so chi siano», afferma e si riserva di denunciare chi lo accusa. Avanza un’unica ipotesi che – sottolinea – «non è un’ammissione»: «Può darsi che qualcuno abbia scambiato la raccolta di firme che abbiamo fatto per presentare la lista con delle votazioni. Non mi spiego altrimenti perché nel video si parli di persone che presentano il passaporto». Un’ipotesi che avanza anche l’onorevole Marco Fedi: «Non ho visto il video di cui parlate, lo esaminerò con calma, ma posso dire fin da ora che non abbiamo mai fatto nulla di scorretto, sia nelle elezioni del 2006 sia in quelle del 2008. L’unica volta che ci siamo rivolti alle associazioni degli immigrati italiani in Australia è stato quando è stata organizzata la sottoscrizione della lista dell’Unione, quindi nel 2006», ricorda Fedi. «In quel caso siamo stati nelle loro sedi per la raccolta delle firme e c’erano anche i funzionari consolari». La campagna elettorale, invece, quella è stata organizzata in modo tradizionale: «Abbiamo fatto incontri e mandato materiale elettorale, ma soprattutto abbiamo vinto le elezioni grazie al call center con cui siamo riusciti a raggiungere i nostri elettori». Ribadisce Fedi: «Nessuna raccolta di schede».
(P.Via.)