Attualità

MEDIA. Rai, sale la febbre delle nomine E sulla radio il Cda si divide

Roberto T. Zanini martedì 4 agosto 2009
Troppa zavorra, moto­ri incatramati. Alla Rai non riesce pro­prio di districarsi fra le sec­che che la separano dal por­to delle nomine e del rilan­cio aziendale. Dopo i molti rinvii, quella di ieri era la giornata buona per l’inse­diamento dei nuovi vertici della radiofonia, oltre che dei vicedirettori di Rai1 e dei tanto contrastati vicediret­tori del Tg1. Poi l’inattesa ri­nuncia di Mauro Masi alla conferenza stampa di mez­zogiorno sulla vicenda Sky, perché non fisicamente in grado, a causa di un recente intervento di sostenere il du­plice appuntamento (con i giornalisti e col Cda) ha fat­to scendere la nebbia in ra­da, accompagnata da se­gnali di tempesta. Alla fine gli obiettivi sono stati di­mezzati. Fatte le nomine per la radiofonia. I vice di Tg1 e Rai 1 sono stati rimandati a giovedì, in un Cda anch’es­so inatteso, poiché quello di ieri doveva essere l’ultimo prima della pausa estiva. I segni della tempesta sono ben evidenziati dalle vota­zioni. Tutte le nomine sono state fatte a maggioranza col presidente Paolo Garimber­ti che si è sempre astenuto. Tempesta che lo stesso Ga­rimberti ha denunciato a­pertamente, sostenendo di essersi astenuto perché ha deciso che voterà soltanto nomine che siano: ampia­mente condivise; assicurino pluralismo; siano di interni Rai, sempre che non si di­mostri la necessità dell’e­sterno; garantiscano una nuova collocazione ai diret­tori uscenti. Aperto contra­sto in Cda anche sulle pro­poste per le vicedirezioni del Tg1, che sono state apposi­tamente rinviate. Tramontata, per le pressio­ni interne, l’ipotesi del ritor­no ai tre giornali radio sepa­rati, è stata adottata una so­luzione di compromesso. La direzione unica del Gr va ad Antonio Preziosi, che pren­de il posto di Antonio Ca­prarica. Lo stesso Prezioni diventa direttore di Radiou­no. Condirettore con re­sponsabilità sul Gr2 è Flavio Mucciante, già vicediretto­re del Gr unico. Sempre a Mucciante va la direzione della rete Radiodue. La ter­za rete radiofonica, con compiti quasi esclusiva­mente culturali, è affidata a Marino Sinibaldi. Condiret­tore del Gr3 è Riccardo Ber­ti, che assume anche la di­rezione di Gr Parlamento. Ad Aldo Papa la direzione di I­soradio. Nomina, quest’ultima, sul­la quale è proseguita la po­lemica aperta nei giorni scorsi dal sindacato dei gior­nalisti, perché Papa era un semplice precario Rai e con la nomina a direttore, come ha denunciato ieri il consi­gliere di amministrazione Nino Rizzo Nervo del Pd, «Si manca di rispetto ai tanti di­rigenti interni che ogni gior­no tirano la carretta». Sem­pre Rizzo Nervo ha criticato il fatto che non sia stato as­segnato un nuovo incarico a Caprarica e al direttore u­scente di RaidoRai Marcello Del Bosco. Inoltre il Cda ha nominato Massimo Magliaro presi­dente di Rai Corporation (la società che produce i pro­grammi per la Rai in Ameri­ca). Magliaro prende il po­sto di Fabrizio Maffei al qua­le vengono affidate le Rela­zioni esterne. Sul fronte op­posto a quello di Rizzo Ner­vo, c’è chi annota che con Magliaro a Rai Corporation, «si sana un’epurazione fatta tre anni fa dal dg Cappon», che tolse «senza motivazio­ni» Magliaro dal vertice di Rai international. Per il resto la polemica su Sky l’ha fatta da padrone. Non solo per la volontà dei consiglieri di opposizione di avere chiarimenti, sollecita­ti dalle forze politiche di ri­ferimento (che parlano di danno economico ingiusti­ficato, a detrimento della missione di servizio pubbli­co e a tutto vantaggio della concorrenza), ma anche per il minacciato dissotterra­mento dell’ascia di guerra da parte delle più impor­tanti sigle sindacali interne. Sia il sindacato dei giornali­sti Usigrai, che l’organismo di rappresentanza dei diri­genti Adrai e quello dei di­pendenti Snater si sono det­ti pronti a tutto pur di evita­re la deriva dell’azienda.