Attualità

La tv pubblica. Rai, faro su spese e nomine. I costi saliti di 217 milioni

Eugenio Fatigante mercoledì 19 aprile 2017

L’appuntamento, un paio di volte l’anno, del Cda della Rai (presidente Monica Maggioni in testa) con la commissione di Vigilanza sarebbe di routine. Ma la riunione di oggi a Palazzo San Macuto si annuncia sotto ben altri auspici, dopo giorni carichi di tensione. Con lo scontro tra il Pd da un lato e, dall’altro, i grillini schierati a difesa del direttore generale della Rai, Antonio Campo Dall’Orto che, nominato a suo tempo da Matteo Renzi, stando a quanto sostiene da giorni il consigliere Carlo Freccero (vicino al mondo Cinque Stelle) sarebbe in base a «molti segnali» sotto attacco. La colpa? Fare una Rai «anti-renziana». Con il passare dei giorni crescono i dossier che si affastellano sulle scrivanie dei consiglieri Rai e dei politici che seguono la materia. Il nuovo 'caso Report' (vedi in pagina), programma già al centro di polemiche politiche al pari di 'Cartabianca', trasmissione di Bianca Berlinguer) è solo l’ultimo.

Ai nodi politici e al destino del dg, si affiancano 3 punti sui quali è puntata l’attenzione generale: i nodi economici, fra tetto sui compensi (a 240mila euro) da estendere agli artisti e boomdei costi; le risposte alle osservazioni dell’Anac sulle procedure seguite per alcune nomine e il piano dell’informazione, da mesi nella bufera. È su questi punti che Roberto Fico, presidente M5S della Vigilanza, ha chiesto per iscritto alla presidente Maggioni di fare il punto. Tanti sono i malumori che si incrociano. Il vertice di viale Mazzini si è diviso già una settimana fa, quando il bilancio è passato in Consiglio d’amministrazione con due no e un’astensione.

Dissensi che hanno sorpreso, visto che l’esercizio 2016 ufficiale presenta un utile di 18,1 milioni. Si tratta, però, solo di una faccia della medaglia. Il rovescio parla di un’esplosione dei costi di funzionamento del 'carrozzone' della tv pubblica. Agli occhi di diversi consiglieri balzano un paio di cifre: pur essendo saliti l’anno scorso i ricavi (rispetto al 2015) di 292 milioni di euro, questa impennata è dovuta quasi per intero ai maggiori incassi procurati dal canone nella bolletta della luce (+272 milioni). Sul resto i conti 'piangono' da ogni lato: nel complesso, escludendo i grandi eventi sportivi (Olimpiadi ed Europei di calcio, per i quali si sono spesi 140 milioni), l’incremento ha toccato quota 217,3 milioni.

Aumentano le spese per beni e servizi (escludendo i 'grandi eventi'), per 19 milioni; e sale il costo del personale, per quasi 40 milioni. In particolare, benché sia scesa la voce 'incentivi all’esodo' (risparmiando 4,3 milioni), il costo ordinario dell’organico, salito di altre 249 unità 'a tempo indetrminato', si è innalzato di 22,5 milioni. Pesano anche le cosiddette 'prime utilizzazioni', cioè i contratti di lavoro autonomo che provocano l’apertura di una nuova 'matricola' Rai: nel 2016 hanno raggiunto le 244 unità, più delle aperture totali degli ultimi 3 anni precedenti. Per di più, gli investimenti sono scesi di 17 milioni e mezzo. Fatta la tara a tutte queste cifre, il risultato finale d’esercizio (dopo le imposte) presenta il segno meno per 12,4 milioni.

È un florilegio di numeri fuori controllo che fanno sobbalzare. E Michele Anzaldi, segretario Pd della Vigilanza (ma soprattutto portavoce di Renzi per le primarie), ogni giorno aggiunge altra carne al fuoco: l’ultima, di ieri, è sui costi Rai per seguire il Giro d’Italia di ciclismo, che sarebbero balzati da 5 a 12 milioni e sui quali annuncia un’interrogazione. Altro tema caldo è quello della procedura seguita da Campo Dall’Orto per le nomine.

Un appunto dell’Anac del 16 settembre 2016 segnala tutte le criticità, che «solo in minima parte possono essere giustificate con la novità della procedura di selezione per la prima volta utilizzata ». Il riferimento è soprattutto al responsabile della sicurezza, incarico per cui è stato scelto un francese, Gensèric Cantournet, selezionato da una società (la 'Salvia, Cantournet & Partners') di cui è socio il padre di Canournet. I termini usati dall’organismo anti- corruzione guidato da Raffaele Cantone erano netti: «mancato rispetto di obblighi», «carenze formali e sostanziali per 11 procedure su 12», «assenza di evidenza documentale», «motivazioni generiche».

I numeri

217,3 In milioni di euro, è l’aumento dei costi registrato da Rai Spa nel 2016 rispetto al 2015 (escludendo i grandi eventi sportivi, per i quali si sono spesi 140 milioni). Nel dettaglio, i soli "costi esterni" per beni e servizi hanno conosciuto un balzo di 18,9 milioni.

39,9 È l’incremento, misurato sempre in milioni, subito dal costo per il personale. I dipendenti della tv pubblica sono infatti aumentati di 249 unità. E più del totale dei tre anni precedenti sono cresciute le "prime utilizzazioni", posizioni di lavoro autonomo all’interno di viale Mazzini.