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Politica in tv. La Rai rinuncia, salta il duello tra Meloni e Schlein

Roberta d'Angelo giovedì 16 maggio 2024

La decide Giuseppe Conte: il duello in tv da Vespa tra la premier Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein, fissato per il 23 maggio in vista delle europee non si farà. Le indicazioni dell’Agcom sulla par condicio, sollecitate dalla presidente della commissione di Vigilanza, la pentastellata Barbara Floridia, hanno dato ragione alle perplessità dei 5 stelle, condivise anche da Forza Italia, Avs e Azione. Nessuno di questi partiti si è reso disponibile a un confronto analogo deciso sulla base dei rispettivi “pesi specifici”, né ha dato il via libera allo scontro polarizzante tra le due donne leader del primo partito di maggioranza e di quello di opposizione. Cosa che invece non avrebbe creato problemi a Lega e Iv.

Saltato il piano A, non è detto che comunque si arrivi a quello di riserva, messo a disposizione dal direttore di Sky Tg24 Giuseppe De Bellis, e da quello del Tg La7 Enrico Mentana, disponibili a mettere di fronte tutti i leader per il prossimo voto che si svolgerà con sistema proporzionale. Di certo l’ipotesi ventilata a lungo nel pomeriggio di ieri di un possibile trasferimento del confronto all’americana su un canale web appare poco plausibile. Specie dopo che la presidente del Consiglio aveva optato per la tv pubblica, proprio per il suo ruolo istituzionale. E la stessa nota diffusa dal partito della premier spiega esplicitamente che «Giorgia Meloni è stata il primo presidente del Consiglio che ha dato disponibilità per un confronto con la principale forza politica di opposizione in vista di un importante appuntamento elettorale. Purtroppo però - continua il comunicato - l’Agcom ha fatto sue le argomentazioni di chi ha voluto impedire questo confronto». Perciò Fdi «ne prende atto e conferma la disponibilità al confronto attraverso i propri rappresentanti politici, senza far perdere ulteriore tempo al presidente del Consiglio».

Il primo storico duello tv nel 1994: Berlusconi contro Occhetto moderati da un giovane Mentana - ANSA

Il rammarico degli esponenti di Fdi è lo stesso della segretaria del Pd, che aveva chiesto il faccia a faccia alla premier dopo aver rifiutato di partecipare alla festa del partito di Meloni, Atreju, nel dicembre scorso. E da lì era stata avviata la trattativa tra gli staff delle due leader arenatasi ieri. « È andata così commenta Schlein - noi non ci fermeremo, continueremo questo tour di 100 tappe per l’Europa che vogliamo. A questo punto aggiungeremo qualche tappa in più per parlare dei temi della sanità, del lavoro e del salario minimo». Vale a dire dei cavalli di battaglia della leader dem, che intende contrapporli alle scelte del governo- Meloni. «Andiamo comunque avanti per la nostra strada », con le 100 tappe previste fino alla manifestazione conclusiva del 2 giugno. Di fatto, per i suoi, la polarizzazione cercata è stata avviata anche senza il duello.

Gongola invece Giuseppe Conte. « Peccato», dice, che non si sia voluto utilizzare «il buon senso» e ci sia voluta la pronuncia dell’Agcom. « Mentana invece ha offerto un confronto a tutti i leader. Per questo ho accettato. Giorgia Meloni che cosa farai?», chiede provocatoriamente. Ne sarà ben lieto Matteo Salvini, che però avrebbe affrontato anche uno scontro diretto con il leader di M5s a Porta a Porta, se l’avversario avesse accettato. Non con leader di partiti minori, però.

Parla di sconfitta della democrazia Bruno Vespa, per il quale «tutte le forze politiche hanno sempre avuto e sempre avranno il giusto spazio nelle nostre trasmissioni». Piuttosto «l’esasperazione della par condicio non giova a nessuno. Non a caso i tecnici ne invocano da tempo la revisione». Ancora, il giornalista si rammarica che sia stato «proibito il confronto tra due donne che per la prima volta nella storia italiana sono al vertice nei rispettivi ruoli». Pronta la replica della vicecapogruppo del M5s Alessandra Maiorino: «Oggi Vespa si è svegliato femminista. Per lui impedire il duello Meloni-Schlein sarebbe una sconfitta per la democrazia. Per noi è una vittoria della democrazia». Tanto più, incalza, che «questo piagnisteo falso-femminista non incanta» dopo che lo stesso ex direttore del Tg1 «ha organizzato una puntata per parlare di aborto con 7 uomini».

In ogni caso, precedenti avevano fatto intuire una decisione in tal senso dell’Autorità garante. Anche nel settembre del 2022 saltò il confronto tra l’allora segretario del Pd Enrico Letta e la leader di Fdi Meloni, sempre per le proteste degli altri partiti. Il confronto però si tenne ugualmente ma sul sito web del Corriere della Sera. Cosa oggi impossibile, secondo lo staff della premier, per il ruolo assunto da Meloni.