Dopo il caos al
Campidoglio dei giorni
scorsi, il mini direttorio nato per coadiuvare
Virginia Raggi
nella sua esperienza di
sindaco di Roma si è dimesso.
Ma la pax ritrovata grazie alla discesa romana di
Beppe Grillo è durata poche ore. Dopo la giornata frenetica di ieri, ecco una nuova
grana a rendere ancora più complicato il lavoro della sindaca
Virginia Raggi, che annuncia direttamente la notizia su Facebook la notizia:
Raffaele De
Dominicis non farà parte della giunta. "L'ex magistrato e già
procuratore generale della Corte dei Conti - scrive Raggi - non ha i
requisiti previsti dal M5S e di comune accordo abbiamo deciso di
non proseguire con l'assegnazione dell'incarico".
In serata si
verrà a sapere che De Dominicis è indagato per abuso d'ufficio.
"Mi sento vittima di un complotto e di una ingiustizia grave senza precedenti", afferma De Dominicis. "Sono amareggiato, sono
i codici della Repubblica che devono prevalere, il buon diritto
ed i provvedimenti motivati: non i codici etici spesso frutto di
improvvisazione ed opportunismo". È dunque durata poco la nomina in pectore di De Dominicis, che aveva anche dichiarato di essere stato contattato per questo
ruolo dallo studio Sammarco, suscitando altre polemiche.
Tornando alle dimissioni del direttorio romano, queste sono state annunciate sul blog
i componenti del mini direttorio Paola
Taverna, Fabio Massimo Castaldo e Gianluca Perilli. Perchè,
spiegano, "oggi quella macchina amministrativa è partita ed è
giusto che ora proceda spedita. Per questo, con lo stesso senso
di responsabilità di allora, riteniamo che oggi il nostro
compito non sia più necessario". Prima dell'estate, aveva già
lasciato la deputata Roberta Lombardi. "Come portavoce e attivisti del
Movimento 5 stelle - spiegano sul blog i 5 Stelle Taverna,
Castaldo e Perilli - abbiamo accettato con senso di
responsabilità ed entusiasmo il compito di supportare Virginia
Raggi per coadiuvarla nelle scelte giuridicamente più
complesse e delicate che il sindaco di una città come Roma si
trova ad affrontare nei primi mesi del suo mandato. Sono stati
mesi intensi e difficili: mesi nei quali il nostro apporto è
stato di primaria importanza, in particolare, per
l'individuazione della Giunta e per avviare la complessa
macchina amministrativa". I tre assicurano di essere pronti a sostenere l'amministrazione capitolina portando avanti il lavoro nelle istituzioni in cui sono stati eletti. "I gravi
problemi della Capitale, vessata da anni di malapolitica,
continueranno ad avere per noi l'attenzione che meritano.
Auguriamo al sindaco e alla sua squadra i migliori successi,
nell'interesse della città e della cittadinanza tutta"
concludono.
Alla base delle dimissioni la spaccatura profonda con il "Direttorio" nazionale. In particolare tra Taverna e Di Maio. Poche ore prima delle dimissioni infatti lo sfogo della senatrice su Facebook. Nel mirino i messaggini e la mail pubblicati dai giornali in cui si dimostra che Di Maio era stato informato che l’assessora Muraro risultava indagata, già un mese fa.
Intanto il leader del Movimento Belle Grillo dopo essere stato sul palco di Nettuno ieri sera è tornato all'hotel Forum di Roma per incontrare i suoi: il vicepresidente della
Camera M5S Luigi Di Maio, il presidente della vigilanza Rai
Roberto Fico e, secondo quanto viene riferito, anche l'altro
componente del direttorio Carlo Sibilia. Va per la sua strada il primo cittadino.
"Io non mollo" ha detto Raggi rispondendo ai cittadini che, durante la cerimonia
per l'anniversario dell'8 Settembre a Porta San Paolo, la incitavano
ad andare avanti nonostante le difficoltà degli ultimi giorni.