«Più passano i giorni più cresce l'angoscia. Noi temiamo il peggio». È sempre più preoccupato Giacomo Scazzi, il papà di Sara, la quindicenne scomparsa da Avetrana nel primo pomeriggio del 26 agosto scorso. «Crediamo - dice l' uomo, che ha 52 anni e fa il muratore a Milano - sia stata rapita da gente non di Avetrana». «Ipotizzo - aggiunge - che sia stata presa con la forza e che si trovi o nelle campagne o chiusa in qualche casa. Sicuramente non si è allontanata volontariamente e non credo che avesse amici pericolosi che possano averle fatto del male». Giacomo Scazzi afferma di non credere alla pista, per altro scartata dagli investigatori, che alla base del rapimento ci possa essere una questione legata a una eredità da 100mila euro che la mamma aveva ricevuto qualche tempo fa dal padre. Il papà di Sara ha detto che la figlia, quando è uscita da casa giovedì pomeriggio «non aveva con sé nè soldi né documenti».Sara Scazzi, è scomparsa ad Avetrana (Taranto) nel primo pomeriggio del 26 agosto scorso. Decine di carabinieri, con l'aiuto delle unità cinofile e della protezione civile, stanno perlustrando casolari, cave, canali e pozzi di acqua alla periferia di Avetrana alla ricerca della ragazza. Al momento della scomparsa la ragazzina, alta un metro e 58 centimetri, indossava una maglietta e un pantaloncino rosa e portava in spalla uno zaino nero con all'interno un telo da mare. Sara ha i capelli biondi e gli occhi castani. Ha un fisico esile e pesa circa 40 chili.I carabinieri, coordinati dal ten. col. Antonio Russo, nelle ultime ore, attraverso i tabulati e le celle telefoniche, hanno riscontrato la versione dei fatti fornita da Sabrina, la cugina di Sara che aspettava a casa sua l'arrivo della quindicenne per andare con lei a mare. Sabrina, di 22 anni, attendeva sul proprio cellulare lo squillo di Sara per scendere da casa. Lo squillo c'è stato alle 14.50 del 26 agosto. La cugina è scesa in strada ma non ha trovato Sara. Ha quindi chiamato sul cellulare la quindicenne, ma dopo 4-5 squilli è scattata la segreteria telefonica. Sabrina ha richiamato, ma il telefono risultava spento. Subito dopo ha chiamato i genitori di Sara e, insieme, hanno dato l'allarme ai carabinieri che hanno avviato subito le ricerche.Dalle 14.50 del 26 agosto il telefono di Sara non è stato più acceso e la conferma è arrivata ai carabinieri direttamente dalle celle telefoniche che rilevano i movimenti del possessore del telefono ogni volta che il cellulare è in funzione. Su Facebook è nato un gruppo per ritrovare Sara: vi hanno finora aderito circa 3.000 persone.