Raccontava al figlio le storie di «zio Osama» come fossero favole. Rachid Ilhami, arrestato questa mattina dalla Digos insieme a Abdelkader Ghafir per associazione con finalità di terrorismo internazionale, era sposato con un figlio di appena due anni. Secondo quanto riportato dagli inquirenti che hanno tenuto una conferenza stampa in questura, l'uomo raccontava come fossero fiabe al figlioletto le vicende di Osama Bin Laden. Il suo potere affabulatorio, però, non aveva attecchito sulla moglie, che, anzi, si diceva preoccupata che il marito potesse passare dalla semplice predicazione alle vie di fatto. Preoccupazioni fondate, perchè l'uomo, durante le "lezioni" notturne che teneva nel circolo islamico "Pace Onlus" di Macherio, era passato da un indottrinamento puramente teorico basato sulle esperienze dei principali esponenti del terrorismo alla documentazione sull'utilizzo di autobombe con relativo calcolo della potenza dell'onda d'urto e di altro materiale esplosivo. Il tutto unicamente attraverso la consultazione di immagini e manuali telematici disponibili su internet. Il fanatismo di Ilhami era testimoniato anche dalla sua capacità di ripetere a memoria tutti i sermoni di Osama Bin Laden, ammaestrando il gruppo di quattro o cinque "allievi" che frequentavano il circolo durante le ore notturne. La comunità di Macherio, composta da una quarantina di rappresentanti, si era creata autonomamente dopo essersi staccata dalla realtà pachistana del vicino comune di Desio. Gli arrestati, in Italia da una decina d'anni, sono entrambi regolari e ben inseriti nel tessuto sociale lombardo. In particolare Ilhami, impiegato in una fabbrica brianzola come saldatore, aveva anche una discreta disponibilità economica. Gafhir, invece, attualmente disoccupato, faceva il muratore e come il compagno aveva rapporti stabili nel nostro paese. Le figure dei due marocchini non erano mai emerse precedentemente nell'ambito di inchieste giudiziarie sul terrorismo nazionale, né erano mai state segnalate come esponenti della jihad. Solo negli ultimi tempi il loro indottrinamento "fai da te" si era pesantemente spinto verso un radicalismo di matrice islamica che li aveva portati a progettare attentati incendiari in alcuni parcheggi della Brianza, tra cui quello del locale "Mistral" di Seregno, che, secondo la Digos, sarebbero dovute essere le tappe preliminari a possibili attentati suicidi. I due, infatti, avevano deciso di abbandonare l'idea di raggiungere le zone calde di conflitto quali l'Iraq, l'Afghanistan e l'Algeria nella convinzione che anche in Italia si potesse condurre un'azione terroristica efficace.