Quirinale. Nuova fumata nera, 39 voti per Mattarella. I 3 nomi del centrodestra
La cronaca ora per ora della seconda giornata di votazioni per il presidente della Repubblica, che si svolgono alla Camera dei deputati a Parlamento in seduta comune. A margine, le trattative in corso tra i partiti.
Ore 19:40 - Al termine di una riunione serrata, i leader di Pd, M5s e Leu, rispondono in una nota congiunta alla terna di nomi proposta dal fronte opposto nel pomeriggio: «Un passo in avanti, utile al dialogo», si legge nel comunicato, ma «pur rispettando le legittime scelte del centrodestra, non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi la larga condivisione in questo momento necessaria. Riconfermiamo la nostra volontà di giungere a una soluzione condivisa su un nome super partes e per questo non contrapponiamo una nostra rosa di nomi». Poi l'invito per «un incontro tra due delegazioni ristrette» nella giornata di domani. «La nostra proposta - chiarisce ancora meglio Letta - è di terminarla coi tatticismi, chiudersi in una stanza e trovare una intesa».
Ore 19:30 - Prosegue lo spoglio, ma i numeri, come era prevedibile, certificano una nuova fumata nera. Vanno segnalati i 39 voti per Mattarella e altrettanti per Maddalena, un nome questo già scritto ieri dagli ex grillini de L'Alternativa e da altri parlamentari critici nei confronti del governo Draghi. Un voto anche per Mirabelli.
Ore 18:30 - La seconda votazione per l'elezione del presidente della Repubblica si è appena conclusa. Inizia lo spoglio delle schede.
Ore 18:00 - Al termine della chiama dei deputati arrivano le dichiarazioni di Renzi a commento dei nomi proposti dal centrodestra: «Si fanno le rose senza il coraggio di votare i nomi. Alla terza votazione per il presidente della Repubblica non si fanno le rose, si votano i nomi: facciamo politica, non sondaggi d'opinione - continua il leader di Italia Viva -. Si perde tempo con una votazione al giorno. E manca la regia politica». Salvini intanto ammette i contatti con il capo dell'esecutivo: «Si ho sentito Draghi» dice, però «con Draghi non parlo di poltrone e ministeri, ma di vita reale».
Ore 17:00 - Il leader del M5s, Giuseppe Conte, parla ai giornalisti e chiede di lasciare Mario Draghi a Palazzo Chigi: «Non ci sono le condizioni per cambiare». Poi commenta i nomi del centrodestra: «Rispettiamo i candidati proposti ma nessuno ha un diritto di prelazione».
Ore 16:30 - Nel corso della conferenza stampa congiunta annunciata in mattinata, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani svelano la rosa dei loro candidati: Marcello Pera, Carlo Nordio e Letizia Moratti. Per Salvini «il centrodestra è compatto e unito. Ci muoviamo all'unisono dall'inizio alla fine», ha chiarito il leader della Lega prima di ribadire che i nomi scelti «non sono candidati di bandiera». La fondatrice di Fratelli d'Italia si dice «contenta» della decisione e conferma: «Non è una rosa tattica. Il centrodestra ha diritto a fare proposte». Il segretario del Pd, Enrico Letta, commenta: «Sono nomi sicuramente di qualità, li valuteremo senza spirito pregiudiziale».
Ore 15:30 - Matteo Renzi chiede a Roberto Fico di accelerare il processo di votazione consentendo ai grandi elettori di esprimere la propria preferenza due volte al giorno: «Spero che la presidenza inizi a far votare due volte al giorno: c'è una crisi pesantissima in Ucraina, la crisi economica su energia e gas, regole assurde a scuola per la dad, almeno il Parlamento abbia la consapevolezza di quello che si sta giocando. Il mio è un appello a fare presto».
Ore 15:00 - Alla Camera inizia il voto. Alle 16 è attesa la conferenza stampa del centrodestra in cui verrà annunciata la rosa di nomi graditi ai leader della coalizione. Salvini assicura: «Non hanno neppure in tasca una tessera di partito».
Ore 12:30 - «Quello che avrebbe la carta per chiudere la partita, quello che ha l'asso in mano e deve scegliere quando calarlo è Matteo Salvini». A dirlo è il leader di Iv Matteo Renzi e in molti ritengono che la carta vincente alla quale si riferisce l'ex premier sia Pier Ferdinando Casini. Dal canto suo l'ex presidente della Camera si è limitato in mattinata a twittare sul suo profilo una foto che lo ritrae giovanissimo alla guida dei giovani Dc. A corredo dell'immagine una frase che sembra voler confermare la disponibilità alla corsa per il Colle: «La passione politica è la mia vita».
Ore 11:45 - Il centrodestra marca la posizione e nel pomeriggio annuncerà la propria rosa dei nomi in una conferenza stampa congiunta. Stando a quanto si apprende, i papabili graditi alla coalizione sarebbero tre: la presidente del Senato Elisabetta Alberti Casellati, Marcello Pera e l'ex magistrato voluto da Giorgia Meloni Carlo Nordio. Sono fuori dalla lista sia Franco Frattini sia Pier Ferdinando Casini. Sul primo arriva anche il veto del Pd e di Italia Viva: «Iv non sosterrà candidati che non abbiano un chiarissimo pedigree filo atlantico e filo europeista. Chi ha orecchie per intendere intenda», avverte Matteo Renzi. Un concetto ribadito anche da Letta: «Abbiamo bisogno di un profilo di un vero atlantista, qualcuno che rassicuri i mercati, penso a quello che sta accadendo tra Ucraina e Russia. Dobbiamo difendere l'Ucraina». Un chiaro riferimento alla presa di posizione di Frattini che, con Conte premier, si schierò assieme al capo del governo contro le sanzioni alla Russia.
La partita per il Quirinale riprende oggi alle 15:00 dopo una giornata intensa che, al di là dei risultati dello spoglio, ha segnato l’inizio delle trattative per un nome condiviso e definito alcune posizioni. C’è attesa per l’incontro tra il segretario del Partito democratico, Enrico Letta, e quello della Lega, Matteo Salvini, concordato ieri e annunciato (un inedito finora) da un comunicato congiunto dei due leader. Ma non è dato sapere se il premier Mario Draghi replicherà la serie di confronti inaugurata ieri con i capi dei maggiori partiti.
Stamattina il M5s, per bocca del suo presidente Riccardo Ricciardi, ha fatto sapere che i grillini, i loro nomi da mettere sul tavolo, ce l'hanno,e pur non avendo «un piano definito», li stanno portando avanti con i compagni dell’asse progressista di Leu e Pd.
Ai microfoni della Cnbc è invece lo stesso Letta ad assicurare la permanenza di Draghi nelle istituzioni, dove, in modo o nell'altro, il numero uno dei dem vuole continuare ad averlo: «Il mio ruolo è proteggere Mario Draghi ed è assolutamente importante averlo nelle istituzioni del Paese», ha chiarito, dicendo di ritenere il premier in carica «un asset straordinario».
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