Attualità

Ventimiglia. «Quelle frustate? Non certo le prime. Chissà quante nel loro lungo viaggio

Antonio Maria Mira mercoledì 17 luglio 2024

Il camionista fa scendere a cinghiate le migranti nascoste nel tir

Le disumane cinghiate alle giovani eritree che provavano a superare il confine al Ventimiglia nascoste a bordo di un camion hanno fatto il giro del web. Eppure oltre all’indignazione c’è anche chi commenta favorevolmente le immagini di lunedì delle ragazze etiopi frustate con una cinghia da carico da un camionista ungherese che le ha scoperte all’interno del suo tir nel parcheggio dell’Interporto di Ventimiglia: “ha fatto bene”, “ne ha menate solo due”, “e quindi che doveva fare? pagargli la colazione?”. Le ragazze sono così tornate martedì mattina a bussare alle porte della Caritas.

Erano arrivate nella città di confine tre giorni prima e da quel momento hanno tentato in tutti i modi di oltrepassare una frontiera che per loro è un muro. Ma è difficile, soprattutto di questi tempi: non hanno nulla, tanto meno i soldi che pretendono i passeur. La sera precedente l’ultimo tentativo erano già state presso la Caritas Intemelia e ora sono tornate. « Non hanno parlato di quanto successo ieri (lunedì, ndr) mattina – spiega Serena Regazzoni, responsabile dell’area immigrazione della Caritas Intemelia –. D’altronde per loro è normale subire percosse e maltrattamenti, di certo le frustate prese dal camionista non sono state le prime del loro viaggio». Serena aggiunge che «da un paio di giorni notiamo più passaggi di persone in viaggio: minori, donne molto giovani. La mancanza di un campo di accoglienza continua a essere un vuoto incolmabile». Infatti l’unico punto di accoglienza creato in città per dare assistenza a chi arriva a Ventimiglia è il Pad, struttura allestita accanto alla stazione cittadina. Come fa notare la Caritas, che la gestisce assieme al Comune, è l’unico riferimento per un supporto medico o per fornire aiuto ai migranti da quando il centro di accoglienza di Campo Roja è stato chiuso.

Oltretutto, ci spiega il direttore della Caritas diocesana, Maurizio Marmo, «il Pad è una struttura con solo 20 posti ed è destinata solo a donne e famiglie. Sono soprattutto etiopi e eritree, arrivate in Italia via mare. Per questo le ragazze erano venute da noi e poi sono tornate. Invece non c’è nulla per gli uomini che si devono arrangiare all’aperto. Dopo un calo ora sono in aumento. Ne arrivano da noi 50-60 al giorno e poi provano a passare il confine. Per fortuna, dopo una sentenza del Consiglio di Stato francese, i respingimenti sono calati». Ventimiglia è tappa anche di chi sbarca all’estremo sud, come i 66 che erano a bordo della barca a vela battente bandiera inglese partita da Marmaris in Turchia e intercettata a Santa Maria di Leuca.