La
tempesta perfetta. Tutto insieme: colori e nero e bianco, imperfezioni e maestrie, musica da doversi alzare e ballare, nord e sud d’Italia e mezzo mondo, sciabolate di luci, risate e lacrime (di emozione), danza, recitazione, cinema, platee stracolme e mani spellate d’applausi. Palcoscenico del teatro di Carpi, la domanda è per Sofia, veronese, ballerina, costume ocra e rosso di scena, che si è appena esibita: «Si vola anche costretta a restare seduta lì?». Lei: «Sì. Se hai la volontà, nessuna carrozzella può impedirti di farlo». Incontro, confronto, competizione: è la festa di questo Festival internazionale delle abilità differenti. Con il titolo di questa sedicesima edizione, come sempre organizzata dalla cooperativa sociale Nazareno di Carpi (provincia di Modena), che la racconta lunga: «Cuori coraggiosi». E forti. I
Rudely interrupted sono una rock band australiana esibitasi in tutto il mondo, anche alle Nazioni Unite. Sono di quelli che quando si mettono a suonare non c’è verso di starsene fermi sulla poltroncina. Il loro motto è «Chi pensa che siamo pazzi, non è capace di sentire la musica». Il batterista è Joshua Hogan. Fatica a muovere le braccia tanto da essergli difficile stringerti la mano, poi si siede, impugna le bacchette e nella serata al teatro di Modena picchia tanto bene su tamburi, rullante e piatti che ti chiedi come possa mentre ti stropicci gli occhi. Sam, il loro
frontman, balla in scena e a un certo punto sfoggia guanti, cappello e passi da Michael Jackson, poi mantello e maschera da
wrestler e poi ancora diversi travestimenti, oltre alla sua sindrome di Down.
Un mago. Un trascinatore che scende in platea muovendosi a tempo di musica. «In questi giorni si è visto come, mettendosi tutti insieme per uno scopo comune, si possano fare cose grandi – dice Sergio Zini, che presiede la Nazareno –. Questo è un insegnamento che ci portiamo a casa, nella nostra vita quotidiana e anche nel lavoro che cerchiamo di fare nella società». Ancora i