Mediterraneo. Bimbo migrante morto sul barcone. L'Unicef: almeno 289 quest'anno
Una foto simbolo della tragedia di Crotone, nella quale sono morti 66 migranti
«Da un mondo a un altro veniva il bimbo, figlio bello, morto in mare a quattro anni, figlio mio, oggi al largo di Reggio Calabria, figlio». Con queste parole la scrittrice Valeria Parrella ha ricordato ieri, su Twitter, il bambino di quattro anni morto durante il viaggio della speranza. Ieri la madre è scesa a Reggio Calabria dalla nave Dattilo della Guardia costiera italiana, che nella notte aveva soccorso un gruppo di 50 migranti, con in braccio il corpo del suo bambino. La donna piangeva e urlava disperata, insieme ad altre due compagne, anche loro in lacrime, distrutte da quel viaggio tremendo nel quale sono morti anche altri passeggeri.
Il bambino era di origine subsahariana e, probabilmente, di nazionalità nigeriana. Per la mamma, sotto choc, la Prefettura di Reggio Calabria ha immediatamente disposto l'assistenza psicologica.
La notizia della presenza del cadavere del bambino, circolata poco dopo l'attracco della Dattilo al molo di ponente del porto reggino, si è diffusa in un baleno, provocando costernazione e sgomento tra i volontari e le forze dell'ordine che si occupano del dispositivo di accoglienza. Si sospetta che i bimbi morti fossero probabilmente 3. "I bimbi morti sono probabilmente tre, non è ancora chiaro.... queste donne sono ancora tutte sotto choc", ha detto una volontaria.
Continua, intanto, il flusso di arrivi di migranti a Lampedusa dove oggi sono 1.349 gli ospiti dell'hotspot anche se la struttura di contrada Imbriacola è tornata ad alleggerirsi, dopo il doppio trasferimento effettuato stamani di 472 migranti con il traghetto di linea per Porto Empedocle e 180 con un volo charter per Bologna.
Secondo l'Unicef sono almeno 289 i bambini morti o dispersi quest'anno in naufragi sulla rotta migratoria del Mediterraneo centrale dal Nord Africa all'Europa. Un conteggio di morte tremendo, che significa che circa undici bambini muoiono o scompaiono ogni settimana. Sulla stessa rotta, dal 2018, sono morti circa 1.500 bambini. Secondo i dati del Progetto Migranti Scomparsi dell'Oim, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni dell'Onu, una ogni cinque delle 8.274 persone morte, o date per disperse lungo questa rotta dal 2018 era un bambino.
L'Unicef stima anche che dall'inizio dell'anno siano circa 11.600 (428 ogni settimana) i bambini arrivati sulle coste dell'Italia dal Nord Africa: un aumento di due volte rispetto allo stesso periodo nel 2022. La maggior parte di questi bambini partono dalla Libia e dalla Tunisia dopo aver già affrontato viaggi pericolosi da Paesi africani e del Medio Oriente. Nei primi tre mesi del 2023 sono stati 3.300 i bambini (il 71% di tutti quelli arrivati in Europa sempre su questa rotta) ad essere stati registrati come non accompagnati o separati. Una condizione che li espone a maggiori rischi di violenza, sfruttamento e abuso. In pericolo sono soprattutto le bambine che viaggiano da sole e che sono esposte alle violenze prima, durante e dopo i loro viaggi.
Molti naufragi durante la traversata del Mediterraneo centrale non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo praticamente impossibile verificare il numero reale di morti. Negli ultimi mesi molti bambini e neonati hanno perso la vita su questa rotta, su altre rotte attraverso il Mediterraneo e sulla rotta atlantica dall'Africa occidentale, comprese le recenti tragedie al largo delle coste della Grecia e delle isole Canarie spagnole.
E' sempre l'Unicef, In linea con gli obblighi previsti dal diritto internazionale e dalla Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell’Adolescenza, a chiedere ai governi una migliore protezione dei bambini vulnerabili in mare e nei Paesi di origine, transito e destinazione. La stessa organizzazione vorrebbe che l'Unione Europea garantisse che questi aspetti fossero riflessi nel Patto Ue sulla migrazione e l'asilo, attualmente in fase di negoziazione.
La tragedia del piccolo di quattro anni morto in mare, purtroppo, non è un caso isolato.
"Ho perso mia moglie durante la traversata nel deserto e un bimbo in mare", ha raccontato Jamid Sahid Mansaré di 34 anni, della Sierra Leone, ai sanitari del 118 e ai mediatori culturali all'ospedale civico di Palermo. "Se trovate un bimbo annegato è mio figlio. Siamo partiti in cinque. Io mia moglie e tre figli, due maschi e una femmina. Adesso siamo rimasti noi tre ed è stato terribile. Un viaggio disumano. Sono riuscito a salvare mio figlia e mia figlia. Purtroppo il più piccolo è morto annegato. Vi prego se trovate la salma fatemelo sapere. Voglio rivedere mio figlio".
Dall'inizio del 2023 sono 73.414 i migranti giunti in Italia, oltre il doppio dei 31.333 registrati nel 2022 e poco meno del triplo dei 24.502 del 2021. Ieri lieve segnale di flessione degli arrivi giornalieri: i migranti sbarcati sono stati 218 mentre nello stesso giorno dello scorso anno erano stati 394.