Il lutto. Dalla magistratura alla politica: la vita di Casini dedicata «al più fragile»
Carlo Casini insieme ai giovani del Movimento per la Vita
Nato a Firenze il 4 marzo 1935, Carlo Casini era ottavo di nove figli in una famiglia semplice, molto unita e profondamente religiosa, con la madre Marina, casalinga, e il padre, manovale delle ferrovie, Fiorentino, che morì per un incidente sul lavoro quando Carlo aveva appena 3 anni e mezzo. Un lutto al quale seguirono quelli per una sorella (Anna, di sette anni) e di un fratellino di pochi mesi. «La mia famiglia di origine è stata eccezionale – dirà molti anni più tardi in un’intervista -. Il nome di Dio che mi ha fatto conoscere è Provvidenza. Colui che provvede, per cui non ci si deve preoccupare del futuro». E i fatti lo hanno dimostrato, perché nonostante la miseria, povertà, fame, malattie anche gravi, la casa colpita dalle granate dei tedeschi, Carlo e i tre fratelli maschi hanno potuto studiare e laurearsi brillantemente e le sorelle trovare un impiego.
Impegnato dall’adolescenza nella parrocchia e nell'Azione Cattolica, dal 1958 al 1964 fu presidente diocesano e consigliere nazionale della Gioventù italiana di Azione cattolica (Giac). Amante della montagna, del teatro, della bicicletta e del calcio, partecipò a campi scuola al Cimone e al Pian degli Ontani come educatore responsabile dei ragazzi più giovani. Tra le sue letture preferite Michael Quoist, Thomas Merton, Carlo Gnocchi, Chesterton, Bruce Marshall, Pollien, Sertillange. Allievo di Giorgio La Pira, si laureò in giurisprudenza entrando in magistratura. Maria Nitti, che diventa sua moglie, condivide tutto il suo crescente impegno sociale che lo vide impegnato anche nel referendum per abrogare la legge sul divorzio. Nel 1974 gli venne conferita, dal Ministero della Giustizia la Medaglia d'argento al merito della redenzione sociale per l'assistenza ai detenuti e alle loro famiglie.
È di quegli anni avvenne l’incontro nell’esercizio della sua professione di magistrato con la tragedia dell’aborto. Carlo Casini, uomo di profonda spiritualità, vi scorge una “chiamata”: dall’attenzione per l’uomo ferito incontrato nelle di giustizia e nelle carceri la sua sensibilità lo porta a rivolgere l’attenzione per l’uomo “invisibile” ma presente nel grembo della madre, minacciato dall’oblio e dal veder negata la piena umanità. Di qui il suo totale e generosissimo impegno nel Movimento per la Vita che ha guidato per 35 anni (dal 1990 al 2015) con grande saggezza, coerenza, dedizione, benevolenza verso tutti e di cui è stato dal 2015 presidente onorario. Insignito del premio “Servant Leader 2011” a St. Louis negli Stati Uniti, nel suo discorso disse che “la cultura della vita ha una sola, ma solidissima motivazione: ogni essere umano è “Uno di noi”. In questa visione planetaria ed epocale, per quanto mi riguarda, lavorerò molto per costruire una alleanza solida, strategica ed operativa tra i movimenti pro-life nel mondo”.
Per questa sua vocazione all’unità si spende per la costruzione di un impegno condiviso nel mondo cattolico attorno all’accoglienza della vita nascente. E’ stato membro del direttivo di Scienza & Vita", del Forum delle associazioni familiari, del Forum delle associazioni e movimenti di ispirazione cristiana operanti nel campo socio-sanitario, tre associazioni che ha contribuito a fondare, oltre che componente del Comitato nazionale di Bioetica e dello European Group on Ethics, oltre che membro della Pontificia Accademia per la vita.
Avvertì sempre l’urgenza di una presenza pubblica sui grandi temi dove il valore dell’uomo è in discussione. Nel 1979 decide di entrare in politica per difendere e promuovere il diritto alla vita e alla dignità di ogni essere umano, specie il più fragile. È stato deputato per la Democrazia Cristiana alla Camera dal 1979 al 1994 e in quello europeo, dal 1984 al 2014 (con una interruzione dal 1999 al 2006 durante la quale è tornato alla sua professione di magistrato). All’interno del Parlamento Europeo è stato residente della Commissione per i diritti dei cittadini, della Commissione giuridica e della Commissione affari costituzionali e membro della Delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica Acp-Ue e membro sostituto della Delegazione interparlamentare Ue-Cina. Il lavoro politico è stato condotto con una duplice ferma convinzione: la questione della vita non è “una” delle questioni, ma “la” questione fondamentale, quella centrale, da cui deriva tutto il resto; ed è, nonostante le apparenze, terreno di unità.
Il suo impegno, però, non si può ridurre alla sola azione pratica. Egli è stato sempre ben consapevole dell'importanza della riflessione, la ricerca, la diffusione delle idee. Sono numerosissime le sue pubblicazioni, libri, articoli (innumerevoli sulle pagine di Avvenire, quotidiano col quale ha sempre avuto un legame profondo e speciale di amicizia, ricambiata) e interventi su riviste scientifiche. Impossibile avere un numero complessivo di conferenze, relazioni in convegni, meeting e interventi nella radio e la televisione.
In tutto questo lavorio frenetico, ha saputo mantenere sempre lo sguardo focalizzato sulla sua vocazione d’impegno pubblico: la vita. E ha saputo lasciarsi illuminare sempre dalla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa, vicino a tutti i Papi che ha conosciuto personalmente. Intenso anche il legame con i pastori della Chiesa italiana e mondiale, con l'intenzione umile e sincera di discernere sulle opzioni e le azioni più opportune e convenienti, in situazioni complesse. L’amore per la famiglia e la forza interiore hanno formato la base per rapporti di amicizia e condivisione estesi, solidi, duraturi. Tra le figure che hanno accompagnato e sostenuto l’autentica vocazione per la vita di Carlo Casini ci sono san Giovanni Paolo II, santa Madre Teresa di Calcutta, Chiara Lubich, Jerome Lejeune.
Nell’ultimo tragitto della sua esistenza Carlo Casini ha affrontato la prova di una lunga e difficile sofferenza, accolta sempre cristianamente ed offerta per la Chiesa e per la causa della vita, come ha ripetuto finché la Sla, diagnosticata nel 2017, gli ha lasciato voce. Fino all’ultimo istante, insieme alla sua famiglia che amorevolmente gli è stata accanto, la sua accettazione della croce e lo sguardo costante su Gesù, ha davvero testimoniato in questo mondo il Vangelo della Vita.
Il 6 aprile 2014 papa Francesco in apertura dell’udienza al Movimento per la Vita italiano lo salutò così: “Saluto l’onorevole Carlo Casini e lo ringrazio per le sue parole, ma soprattutto gli esprimo riconoscenza per tutto il lavoro che ha fatto in tanti anni nel Movimento per la Vita. Gli auguro che quando il Signore lo chiamerà siano i bambini ad aprigli la porta lassù!”.