L'allarme. Infortuni: 600mila all'anno avvengono in casa
È un lavoro faticoso, sottopagato (meglio, del tutto gratuito) e anche pericoloso. Quella della casalinga è il «mestiere più rischioso del mondo», lancia l'allarme l'Anmil, che diffonde una ricerca alla vigilia della Giornata della donna. Secondo gli ultimi dati Istat, in Italia le donne che si dichiarano casalinghe sono 7 milioni e 338mila, mezzo milione in meno rispetto a 10 anni fa e circa 600mila (pari all'8,2% del totale) sono coinvolte in incidenti domestici.
Il pericolo si nasconde in cucina
Tra gli ambienti più pericolosi, al primo posto c'è la cucina: qui si verifica il 63% degli infortuni domestici. Al secondo posto, con il 10% degli incidenti, c'è la camera da letto, al terzo il soggiorno con il 9% e al quarto le scale e il bagno con l'8% degli infortuni domestici. Con il 36% dei casi totali, la frattura è la lesione più frequente, mentre le ustioni sono al secondo posto e riguardano il 18,5% degli infortuni domestici. Le ferite da taglio, infine, sono il 15% del totale.
Busta paga “virtuale” da 3mila euro al mese
Se il lavoro domestico, che ammonta ogni anno a 20 miliardi di ore (49 in media a settimana per ciascuna casalinga), fosse regolarmente retribuito, ogni casalinga dovrebbe percepire uno stipendio netto di 3.045 euro al mese, praticamente il doppio rispetto alla media dei lavoratori italiani. La realtà è, invece, molto diversa: attualmente 700mila casalinghe italiane vivono in condizione di povertà assoluta. Una condizione che potrebbe cambiare in meglio con il reddito di cittadinanza. Secondo l'Istat, sui 2,7 milioni di beneficiari previsti, ben 679mila, circa il 25% del totale, saranno casalinghe.
Assicurazione più conveniente
Dal 2001, l'Italia si è dotata di un'assicurazione sugli infortuni domestici che, ogni anno, hanno un costo per la collettività di circa 8 miliardi di euro. Per rilanciare l'iscrizione delle casalinghe, in calo costante negli ultimi anni, la Legge di bilancio 2019 ha introdotto una serie di modifiche. A fronte del raddoppio del premio, passato da 12,91 a 24 euro l'anno, la norma ha però abbassato il grado minimo per accedere alla rendita, dal 27% al 16%, prevedendo un'una tantum di 300 euro in caso di inabilità permanente compresa tra il 6% e il 15%.