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Fecondazione assistita / 1. Embrioni scambiati: ora tocca agli ispettori

lunedì 14 aprile 2014
Porta due gemelli in grembo da quattro mesi, ma quei figli potrebbero non essere suoi. Gli embrioni, se tutto sarà confermato, sono di un'altra coppia a causa di un presunto errore nel corso di un trattamento di fecondazione assistita. Ma chi sta conducendo i primi accertamenti non esclude neanche che, se uno scambio c'è stato, possa esser stato, chissà, uno scambio di referti e non di provette. In ogni caso la vicenda - partita quattro mesi fa all'ospedale Sandro Pertini di Roma e rivelata ieri da La Stampa - è quantomeno spinosa, e tutto lascia intendere che possa arrivare anche nelle aule del Tribunale.  Al Pertini invece lunedì mattina sono arrivati gli ispettori del ministero della Salute: "Un caso gravissimo - affermano -. Vogliamo verificare il percorso seguito dal centro e le ragioni per cui non ne sia stata data tempestiva informazione all'autorità centrale". "Lo abbiamo appreso dai giornali", conferma il ministro Beatrice Lorenzin. Una commissione d'inchiesta, attivata da Asl Roma B e Regione Lazio, si è insediata già dall'inizio di aprile, mentre l'Unità medica per la sterilità è stata chiusa da qualche settimana. "Sono vicende davanti le quali si rimane scioccati - ha affermato il legale della coppia, l'avvocato Michele Ambrosino, che sta cercando di tutelare la riservatezza dei due futuri genitori -. C'e nella coppia un senso di frustrazione, di coartazione e disagio. Ma sarebbe stata necessaria una maggior privacy, perché si rischia di creare una psicosi collettiva generalizzata".Il caso prende le mosse lo scorso 4 dicembre, quando quattro coppie si sono sottoposte alla fecondazione assistita. Su tre di esse il trattamento ha avuto esito positivo. Una delle tre coppie in attesa però, nel corso dei controlli del terzo mese in un'altra struttura romana, avrebbe avuto una brutta sorpresa: le è stato comunicato che i due feti non sarebbero geneticamente compatibili con loro. Il 27 marzo alla Asl Roma B arriva "una comunicazione che segnala una presunta incompatibilità genetica per una fecondazione assistita". Da qualche settimana (ha firmato solo lo scorso 3 febbraio) alla Asl c'è un nuovo direttore generale, Vitaliano De Salazar: "Ci siamo immediatamente attivati - ha detto stamattina - chiedendo la produzione della documentazione medica di supporto". La Asl Roma B è in attesa del "test di conferma definitivo" sulla incompatibilità genetica della coppia che ora attende i due gemelli. Ma, se tutto fosse confermato, "si tratterebbe di un evento isolato e accidentale". La priorità però è "dare con immediatezza a tutte le coppie trattate" nella seduta del 4 dicembre scorso "ogni possibile supporto e assistenza". Potrebbero essere state coinvolte anche loro nello scambio di embrioni? "Tenderei a escluderlo - ha affermato però il genetista Giuseppe Novelli, che fa parte della Commissione istituita dalla Regione Lazio - vorrei che arrivasse un messaggio rassicurante, perché nei Centri si lavora in modo serio con protocolli internazionali". Lo stesso caso scoppiato sui media, per Novelli "è ancora tutto da provare". Oggi, lunedì, la commissione acquisirà tutta la documentazione: "Ci vorranno altre analisi successive, per le quali serviranno comunque alcune settimane. Lavoreremo con trasparenza". "Andremo fino in fondo per essere vicini alla famiglia coinvolta, colpendo senza indugio qualsiasi errore o mancanza dovesse emergere dall'indagine" ha fatto sapere il presidente della Regione Nicola Zingaretti, rimandando al mittente le accuse mosse dall'associazione Luca Coscioni per cui il Lazio sarebbe l'unica Regione in cui i centri per la fecondazione assistita sarebbero privi di controlli. "È falso - la replica - è stato uno dei nostri primi decreti".Dal canto suo, la coppia ha parlato attraverso l'avvocato Michele Ambrosini, che ha riportato le parole della donna: "Ho avuto un momento di umano rigetto quando ho saputo che non erano miei, anzi nostri, che gli embrioni che avevo in grembo erano di un'altra donna, ma poi abbiamo deciso che la gravidanza doveva continuare, i nostri valori sono questi. Questi bambini vivono dentro di me, li ho sentiti battere sul mio cuore, crescono e sono sani", ha dichiarato la donna all'avvocato. "Come posso decidere del destino di due creature così attese?".Dopo le decine di telefonate da parte di ex e attuali pazienti preoccupati per il caso del presunto scambio di embrioni, la Direzione generale della ASL Roma B garantirà "i test del Dna a chi ne farà richiesta" tra gli ex pazienti del centro dell'ospedale Pertini che si sono sottoposti alla fecondazioni assistita. Inoltre, "si è concordato di procedere all'analisigenetica comparativa dei campioni di villi coriali dei due feti (già prelevati e conservati presso il Centro che ha effettuato gli esami), con il Dna di tutte le coppie coinvolte, al fine di verificare la compatibilità biologica tra i soggetti esaminati".