Attualità

Legge di stabilità. Regioni-governo, prove di dialogo sui tagli

Giovanni Grasso sabato 18 ottobre 2014
«Caro Renzi, parliamoci, ma non con i tweet o le interviste». Dopo i toni bellicosi dei giorni scorsi Sergio Chiamparino (Pd), presidente della Conferenza delle Regioni, tende la mano a Palazzo Chigi: «Siamo pronti con proposte che ci consentono di rispettare il saldo dei 4 miliardi di tagli, ma il grado di complessità tecnico è molto elevato e richiede un confronto a Palazzo Chigi». Concorda il presidente dell’Anci Piero Fassino (anche lui del Pd): «Lo sforzo che ci viene chiesto con la legge di stabilità è notevole, per questa ragione andremo dal presidente del Consiglio per esprimere tutta la nostra preoccupazione e, al contempo, portare proposte su come rendere compatibile e accettabile il nostro contributo». Dal governo segnali di dialogo e di attenzione. Dice il presidente del Consiglio. «Siamo pronti a discutere con tutti, anche con le Regioni, ma le Regioni facciano la loro parte. Del resto qualcosa da farsi perdonare rispetto all’opinione pubblica ce l’hanno, non generalizzo ma parlo di qualche consigliere regionale. Serve buon senso». Anche il ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan apre al dialogo ma purché si resti «dentro i saldi» complessivi. E un incontro potrebbe svolgersi giovedì 23, in concomitanza con la convocazione della Conferenza Stato-Regioni. Non mancano, tuttavia, ancora strascichi sulla polemica dei giorni scorsi. Il governatore della Lombardia Roberto Maroni (Lega) attacca: «Tagli lineari come quelli previsti nella manovra del governo sono assolutamente iniqui. E io ho il dovere di dire ai cittadini che se passa questa legge in Lombardia dovremo chiudere almeno 10 ospedali e aumentare i ticket». Mentre il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega) annuncia ricorso contro la manovra del governo. Nichi Vendola (Puglia) minaccia: «Se la manovra non cambia, dobbiamo consegnare la chiavi delle Regioni a Palazzo Chigi».   Nel dibattito entrano anche i leader nazionali. L’ex segretario del Pd Pier Luigi Bersani invita Renzi alla cautela: «Le Regioni devono fare il loro sforzo. Ma 4 miliardi, che poi sono in realtà 5 o 6, credo che sia una dimensione non sopportabile senza tagliare una gamma di servizi. Quindi attenzione, cerchiamo di avere un dibattito non sbrigativo». Schierato a fianco del governo il Ncd. Dice Renato Schifani: «Le reazioni delle Regioni sono sorprendenti. Cerchino di non essere egoiste». Da Eptaforum arriva una proposta a Renzi: «Sospenda la norma che consente alle Regioni di incrementare l’aliquota di addizionale».