Quote latte. Coldiretti, riparte la "guerra del latte"
Migliaia gli allevatori della Coldiretti delle diverse regioni con mucche e trattori che dalle prime ore del giorno si sono mobilitati per la "guerra
del latte" per difendere il lavoro, gli animali, le stalle, i
prati ed i pascoli custoditi da generazioni. L'Italia rischia
concretamente di perdere per sempre la propria produzione di
latte - è l'allarme lanciato dagli allevatori - perché oggi quasi la metà del latte consumato in Italia viene dall'estero e la situazione è precipitata
nell'ultimo anno con il taglio pesante nei compensi
riconosciuti alla stalla dove mancano anche quei pochi
centesimi al litro necessari per garantire l'alimentazione
delle mucche ed evitare la chiusura. Gli allevatori hanno preso
d'assedio il centro di distribuzione dei prodotti della
multinazionale del latte francese Lactalis, che dopo aver
conquistato i grandi marchi nazionali Parmalat, Galbani,
Invernizzi e Locatelli è diventata il primo gruppo del
settore, in via Guglielmo Marconi 10 a Ospedaletto Lodigiano
(Lodi) a meno di un chilometro dall'uscita Casalpusterlengo
dell'autostrada A1, proseguendo sulla ex strada statale 234
Mantovana.
Lo sfogo (in dialetto...) dell'allevatore cremonese Giovanni Roda (di Paolo Viana)
Nel 2015 hanno chiuso circa mille stalle,
oltre il 60 per cento delle quali si trovava in montagna, con effetti
irreversibili sull'occupazione, sull'economia, sull'ambiente e sulla
qualità dei prodotti. È il dato allarmante diffuso dalla Coldiretti con lo scoppio della "guerra del latte". "La conseguenza è che - sottolinea la Coldiretti - sono sopravvissute a fatica appena 35mila stalle che rischiano però di scomparire nei prossimi mesi perchè gli allevatori non riescono a coprire neanche i costi per dare da mangiare agli animali.
A sostegno degli allevatori il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. "Bisogna pagare il giusto prezzo del
latte agli allevatori, perché così non si può andare avanti - ha detto - .
La situazione è esasperata ed è tempo di assumersi
responsabilità all'altezza del valore della filiera
agroalimentare italiana. Servono atti concreti, per questo
martedì incontrerò a Milano i rappresentanti di Assolatte".