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LAVORO A RISCHIO. Alcoa, protesta continua Cappellacci: «Siamo con voi»

mercoledì 5 settembre 2012
​Dopo il freddo e la pioggia di questa notte, uno dei tre operai sul silos a 70 metri nello stabilimento Alcoa di Portovesme non sta molto bene. Lo hanno riferito gli stessi compagni della protesta in diretta su Agorà, la trasmissione di Rai3 dedicata alle crisi industriali e alla quale ha partecipato anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci.Gli operai hanno ribadito che rimarranno sul serbatoio «fino a quando non ci saranno risposte e almeno sino al 10 settembre non si devono fermare quelle 100 celle dei terzi blocchi». Cappellacci ha riconfermato l'interesse della multinazionale svizzera "Glencore" allo stabilimento di Portovesme ribadendo che l'attività di scouting della Regione ha permesso di attivare anche contatti con altri soggetti interessati: «Un'azienda indiana e una cinese».Riguardo alla richiesta dei lavoratori sul silos per rallentare la fermata delle celle, il governatore si è detto d'accordo per  un congelamento della situazione «per pochi giorni, perchè questo non cambia nessuna prospettiva, neppure quella di Alcoa, mentre lo spegnimento delle celle elettrolitiche - ha aggiunto - rappresenta un requiem con difficoltà e costi maggiori per il riavvio».Infine un messaggio ai tre operai: «Siamo con voi e sentiamo forte la responsabilità delle nostre azioni - ha detto Cappellacci - tenete duro ma state attenti alla vostra incolumità, noi non molleremo la presa». I sindacati sollecitano Glencore a rispondere al più presto, entro venerdì, sul futuro dello stabilimento di Alcoa di Portovesme. In una riunione in Cgil con i manager della società svizzera, Fiom, Fim e Uilm, hanno chiesto di fare chiarezza sul destino dell'impianto e quindi degli operai. «Abbiamo chiesto a Glencore di chiarire definitivamente quali siano le sue reali intenzioni e sollecitato una manifestazione di interesse entro venerdì - spiegano Laura Spezia della Fiom, Marco Bentivogli della Fim e Mario Ghini della Uilm - ci hanno risposto che dovranno fare ulteriori verifiche in Svizzera ma probabilmente prima della fine della settimana comunicheranno il loro volere».I tre nodi fondamentali, hanno spiegato l'amministratore delegato della Glencore Portovesme, Carlo Lolli, e il presidente Aristotelis Mistakidis, ai sindacati, rimangono tre: energia, infrastrutture locali e ottimizzazione dell'impianto. «Se ci sarà una manifestazione di interesse - riportano ancora i rappresentanti sindacali - sarà condizionata a questi tre elementi"».