Attualità

IL RAPPORTO. Prostituzione, in strada quasi duemila minorenni

Pino Ciociola lunedì 13 febbraio 2012
Stime infernali, visto che in questo caso i numeri possono essere tutto fuorché certi. Eppure ben al di sotto della realtà. Nel nostro Paese sarebbero fra milleseicento e duemila i minorenni (ragazze e ragazzi) costretti a prostituirsi sui marciapiedi. Più o meno un decimo della intera prostituzione adulta sulla strada (quest’ultima stimata fra diciannovemila e ventiquattromila persone, anche qui in difetto). E il peggio non è finito ma arriva adesso, perché sta crescendo lo sfruttamento sessuale negli appartamenti, i cui numeri dovrebbero essere moltiplicati per tre rispetto a quelli dei marciapiedi ed anche in questo caso la presenza minorile costituirebbe come minimo il dieci per cento. Un inferno sommerso che, in quanto tale, rende le piccole e i piccoli deportati del sesso ancora più invisibili a chi cerca di tirarli fuori e salvarli. Morale? Lo sfruttamento dei minori, a scopo sessuale (ma anche di accattonaggio, in attività illegali o nel lavoro) «non arretra, ma anzi sembra consolidarsi», come sottolinea il dossier "Piccoli schiavi invisibili" di "Save the Children" con l’"Associazione On the Road-Consorzio Nova". Sfruttamento nel quale vengono coinvolti «migliaia di minori, per lo più stranieri: ragazze romene, nigeriane, albanesi, nordafricane, ma anche maschi rumeni, magrebini, egiziani, afgani e Rom rumeni e della ex-Jugoslavia».Le forze dell’ordine risultati ne hanno avuti. Tuttavia si sono anche fatte «sempre più sofisticate le tecniche di assoggettamento da parte degli sfruttatori», che hanno scoperto la forza del «controllo tra "pari", avvalendosi dei minori stessi per controllare i loro coetanei: minori così due volte vittime, costretti a "passare dall’altra parte", quella del controllo, per sopravvivere». Le pene non sono leggere. Prevede l’articolo 600-bis sulla «Prostituzione minorile» (inasprito nel febbraio 2006), che «chiunque induce alla prostituzione un minore ovvero ne favorisce o sfrutta la prostituzione è punito con la reclusione da sei a dodici anni» e che «chiunque compie atti sessuali con un minore di età compresa tra quattordici e diciotto anni, in cambio di denaro o altra utilità economica, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni».Senza dimenticare la riduzione in schiavitù e le sevizio cui i minori spesso vengono sottoposti per "convincerli" a prostituirsi senza fare storie. Come quelle su una ragazzina dell’Est salvata e nascosta da una comunità del centro Italia, alla quale, quando aveva sedici anni, strapparono le unghie con le tenaglie, esattamente come usavano i nazisti. Ma, soprattutto per le giovani romene, poiché cittadine comunitarie e con documenti, l’arrivo in Italia è semplice, magari con la promessa di un lavoro da un fidanzato o raggirate qualcuno di cui si fidano. Poi, una volta qui, l’assoggettamento può avvenire anche lo sfruttamento di un "legame" pseudoaffettivo. Le possibilità sono ormai tante e diversificate, però. Come annota il dossier di "Save the Children": «Nell’assoggettamento delle ragazze entra in gioco, sempre più spesso, il ruolo del controllo fra “pari”: lo sfruttatore cioè può decidere di imporre a una delle ragazze il compito di esercitare per suo conto il controllo sulle giovani, le quali hanno in genere più reticenze a ribellarsi, poiché significherebbe essere escluse dal gruppo».Mentre i minori maschi che si prostituiscono «si muovono per lo più in gruppo» e «sottostanno a "leader"» che sono gli stessi a procurare loro clienti particolari, «disposti a pagare cifre consistenti, per avere prestazioni di lungo periodo»: pratica, questa, «registrata solo su Roma e Napoli, è nota come “affitto”, nel periodo specificato il minore vive (si fa per dire, <+corsivo>ndr.<+tondo>) infatti con il cliente».