La pandemia ha incrementato il lavoro da remoto, ma ha anche sollevato il problema della disconnessione e della reperibilità dei dipendenti. Tanto che è stata depositata una proposta di legge alla Camera da parte di alcuni esponenti del Pd, che verrà presentata proprio a Montecitorio mercoledì 2 ottobre. «La proposta di legge “Lavoro, poi stacco” - frutto del lavoro e della collaborazione con ‘l’asSociata’ - intende promuovere una nuova cultura del lavoro che rispetti il tempo dentro e al di fuori dell’ufficio, tutelando i lavoratori e aumentando la produttività delle imprese, migliorando così la vita delle persone. Serve una nuova scommessa sulla qualità del lavoro. Dopo la pandemia questa domanda si è fatta ancora più stringente. E questa risposta la deve dare la politica», ha spiegato il deputato Pd e primo firmatario
Arturo Scotto. A partire da febbraio 2024, la realtà giovanile L’asSociata ha attirato l’attenzione sul tema raccogliendo adesioni attraverso la piattaforma “Lavoro, poi stacco” e prendendo parte a oltre 30 incontri sul tema con associazioni, sindacati e circoli Pd. Tali incontri hanno arricchito il testo finale, definendo il diritto alla disconnessione dal lavoro come un’esigenza che unisce tutte le generazioni e tutte le tipologie di lavoratori, ormai accomunate da una diffusa condizione di sostanziale precarietà̀ esistenziale e lavorativa.«Il lavoro deve migliorare la vita delle persone, oltre che la produttività del Paese. Per questo motivo, con alcuni colleghi del Pd abbiamo depositato una proposta di legge, frutto della collaborazione con la realtà giovanile ‘L’asSociata’, affinché sia garantito il diritto alla disconnessione, ovvero il diritto di ogni lavoratore a non essere reperibile fuori dall’orario di lavoro. I tempi in cui viviamo e l’utilizzo di dispositivi tecnologici - che rappresentano un’opportunità ma rischiano di essere pervasivi - impongono una riflessione sulla cultura del lavoro che vogliamo promuovere e su come tutelare il necessario e giusto equilibro che deve esserci tra la sfera privata e quella professionale di ogni persona. Il nostro impegno è per un lavoro dignitoso, retribuito adeguatamente, sicuro e sostenibile», ha dichiarato la vicepresidente della Camera e deputata Pd
Anna Ascani.
La proposta di legge intende appunto tutelare lavoratrici e lavoratori dalla connessione costante e indiscriminata e per garantire una reale separazione tra vita lavorativa e vita privata, stimolando l’affermarsi di una nuova cultura del lavoro, capace di migliorare la vita delle persone e la produttività del Paese.
«Sempre più spesso ascoltiamo storie di più e meno giovani che lavorano fino a sera e durante il fine settimana senza straordinari pagati, solo perché è ormai tecnicamente semplicissimo comunicare da remoto. L’irrefrenabile rivoluzione digitale a cui stiamo assistendo deve semplificare la vita del lavoratore, non renderla più difficile. “Lavoro, poi stacco” è una battaglia che riguarda e unisce tutte le generazioni e tutte le tipologie di lavoratori: per dare risposta alle evoluzioni del mondo del lavoro che non sono ancora state intercettate dalle leggi e da molti contratti collettivi, il prossimo 28 settembre, dall’Arena Mancini a Roma, lanceremo tutti insieme la battaglia per approvare il diritto alla disconnessione anche in Italia», ha concluso
Giovanni Crisanti, presidente di ‘asSociata’.