Sicurezza alimentare. Coldiretti: i 10 cibi "fuori legge"
Cinzia Arenamercoledì 20 aprile 2016
In Italia c'è ancora molta strada da fare sul fronte della sicurezza alimentare. Basti pensare alla grande confusione sulla provenienza dei cibi che arrivano sulle nostre tavole. Destreggiarsi tra etichette e sigle non è sempre facile: l'indicazione del paese di origine spesso manca o non è del tutto corretta. Specie se si tratta di cibi non freschi ma surgelati o confezionati. O se si fanno acquisti alle bancarelle del mercato. A stilare la classifica dei dieci cibi più pericolosi che possono finire nel nostro piatto e farci male ci ha pensato la Coldiretti. Un decalogo prezioso che può fare aprire gli occhi ai consumatori. Ecco la black list: broccoli (Cina), prezzemolo (Vietnam), basilico (India), melagrane (Egitto), peperoncino (Thailandia), menta (Marocco), meloni/cocomeri (Rep. Dominicana), fragole (Egitto ), piselli (Kenia), arance (Egitto).
Broccoli cinesi "fuori legge". In cima alla classifica i broccoli provenienti dalla Cina sono il
prodotto alimentare meno sicuro, con la quasi totalità (92%) dei
campioni analizzati in Europa nell'ambito di controlli mirati risultati irregolari per la presenza di residui chimici. Ma a
preoccupare, anche se ne immaginiamo un "consumo" assai minore sono il prezzemolo del Vietnam con il 78% di
irregolarità e il basilico dall'India che è fuori norma in ben 6 casi
su 10. La "Black list dei cibi più contaminati"
presentata dalla Coldiretti è stilata sulla base delle analisi condotte
dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) nel Rapporto
2015 sui Residui dei Fitosanitari in Europa. E' stata presentata oggi a Napoli,
in occasione della mobilitazione di migliaia di agricoltori italiani
con i trattori a difesa della dieta mediterranea e del made in Itlay troppo spesso "taroccato" all'estero.
Allarme rosso anche sul concentrato di pomodoro. La conquista del podio da parte della Cina non è un
caso: il gigante asiatico anche nel
2015 ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti
alimentari irregolari perché contaminati.
Su un totale di 2.967 allarmi per irregolarità segnalati in Europa,
ben 386 (cioè il 15%) hanno riguardato il gigante asiatico che in Italia nello
stesso anno ha praticamente quintuplicato le esportazioni di concentrato di pomodoro che hanno raggiunto circa 67 milioni di chili
nel 2015, circa il 10 per cento della produzione nazionale in
pomodoro fresco equivalente. Egitto e Marocco hanno agevolazioni speciali per l'uso di pesticidi. Nella classifica dei prodotti più contaminati elaborata
alla Coldiretti ci sono però anche le melagrane dall'Egitto che
superano i limiti in un caso su tre (33%). Fuori norma dal Paese
africano sono anche l'11% delle fragole e il 5% delle arance che
arrivano peraltro in Italia grazie alle agevolazioni all'importazione
concesse dall'Unione Europea. Con una presenza di residui chimici
irregolari del 21% i pericoli vengono anche dal peperoncino della
Thailandia e dai piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci. "I problemi - sottolinea la Coldiretti - riguardano anche la frutta
dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica
Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi". È risultato irregolare il 15% della menta
del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni
dall'Unione Europea per l'esportazione di arance, clementine, fragole,
cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno
messo in ginocchio le produzioni nazionali. L'appello di Coldiretti: rendere pubblica la provenienza delle materie prime. L'accordo con il Marocco è l'esempio di come ci siano due pesi e due misure per i produttori. E' stato fortemente contestato dagli agircoltori italiani proprio perché nel Paese africano è permesso l'uso di
pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa.
"Non c'è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i
flussi commerciali delle materie prime provenienti dall'estero per far
conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano
ingredienti stranieri", ha sottolineato il presidente della Coldiretti
Roberto Moncalvo lanciano un appello alla politica a fare presto.L'intervento del ministro Maurizio Martina: controlli
Sulla questione arriva, pronto, anche un intervento del ministro delle Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina. "L'Italia ha la leadership anche sul fronte dei controlli in campo agroalimentare e questo è un punto irrinunciabile della nostra competitività e distintività. Negli ultimi due anni abbiamo effettuato più di 250mila verifiche in tutta la filiera, anche sui prodotti che entrano nel nostro Paese", scrive Martina in una nota.
"Vogliamo garantire al massimo la tutela del consumatore - continua il ministro Martina - e per raggiungere questo obiettivo è importante lavorare
sempre di più anche su un fronte cruciale come quello della
tracciabilità e dell'etichettatura. È un lavoro in linea con la
promozione del modello agricolo italiano, che fa
della sostenibilità una pratica quotidiana e che vede l'Italia
all'avanguardia nella riduzione dei fitofarmaci e nel
contenimento delle emissioni di gas serra"