La Corte d'appello di Milano ha respinto la richiesta di ricusazione dei giudici del processo Mills presentata dai legali di Silvio Berlusconi, aprendo la strada alla sentenza di primo grado. "Si esclude la configurabilità di una indebita anticipata manifestazione di convincimento da parte dei giudici che possa dar luogo alla ricusazione sia con riferimento all'ordinanza del 16 gennaio 2012 sia ad altre precedenti, perché nessuna di queste ordinanze è stata fatta oggetto di rilievi mossi tempestivamente", hanno detto i giudici d'appello nell'ordinanza, riferendosi all'ordinanza che ha ridotto il numero di testimoni nel processo."Queste decisioni non possono essere contrastate con la ricusazione ma vanno impugnate nei successivi gradi di giudizio".Berlusconi è stato anche condannato a pagare 1.500 euro alla cassa ammende. Lo scorso 15 febbraio il pm Fabio De Pasquale ha chiesto al tribunale di Milano di condannare l'ex premier a 5 anni di reclusione per corruzione in atti giudiziari.Il processo dovrebbe concludersi sabato prossimo con il prosieguo dell'arringa della difesa, ma non è sicuro che si arrivi ad una sentenza di condanna o di assoluzione, in quanto Berlusconi potrebbe essere prosciolto per prescrizione del reato.De Pasquale ha ribadito che il reato, calcolando le numerose sospensioni di cui ha beneficiato Berlusconi quando era premier, si prescriverà tra il 3 maggio e la metà di luglio 2012.La difesa ha sostenuto invece nelle precedenti udienze che il reato è già prescritto dal 3 febbraio scorso.La parola finale spetterà ai giudici i quali, superato l'ostacolo della ricusazione, pronunceranno con ogni probabilità la loro sentenza sabato.Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari per avere versato 600.000 dollari all'avvocato britannico David Mills in cambio di dichiarazioni reticenti in due precedenti processi che riguardavano le aziende dell'ex premier.Mills è stato prosciolto dalla Corte di cassazione dall'accusa di essere stato corrotto, per intervenuta prescrizione del reato, dopo la condanna nei due precedenti gradi di giudizio.Ma nelle motivazioni della sentenza la Suprema corte non ha messo in discussione quanto stabilito in primo grado e in appello, cioè che la corruzione sia avvenuta.