L'iter. Primo sì del Senato alla tutela dell'ambiente nella Costituzione
La Costituzione italiana
A Palazzo Madama non c’è stata ombra di dubbio. La tutela dell’ambiente è a tutti gli effetti un diritto dell’uomo e delle comunità, e come tale va inserito nella Carta Costituzionale. Il primo sì al provvedimento che punta alla modifica dell’articolo 9 della Costituzione è arrivato oggi in Senato, con la forza di una svolta radicale, ottenendo 224 voti a favore, 23 astenuti e nessun parere contrario. Ora il provvedimento passerà al vaglio della Camera, anche se l’iter di approvazione, poiché si tratta di un ddl costituzionale, avrà bisogno di due letture da ciascuna Aula, con un intervallo di almeno tre mesi tra le deliberazioni.
Se la riforma dell’articolo 9 andasse in porto, si aggiungerebbe alla Carta il riferimento alla tutela dell’«ambiente» e degli «ecosistemi» dopo il comma che già prevede tra i principi fondamentali della Repubblica la «tutela del paesaggio» e del «patrimonio artistico». Poi un secondo comma aggiuntivo introdurrebbe la protezione della «biodiversità» e la promozione del «rispetto degli animali». Infine un terzo punto specifica che «la tutela dell’ambiente è fondata sui principi della precauzione, dell’azione preventiva, della responsabilità». Quest’ultimo vincolerebbe al rispetto dell’ambiente e alla prevenzione dei danni all’ecosistema, tutta la progettazione a lungo termine della vita pubblica, quale parametro imprescindibile.
Il disco verde in Senato è arrivato quasi all’unanimità. Soddisfatto, in modo particolare, da il M5s, promotore della riforma. «Le parole che inseriamo nella Costituzione» ha commentato il senatore pentastellato Gianluca Perilli, primo firmatario del disegno di legge, intercettano «nuove tensioni ed esigenze della nostra comunità» e «ci allineano ad altri Paesi». Il testo era stato depositato nel 2019, ma in commissione Affari Costituzionali aveva poi subito rallentamenti per i dubbi della Lega sul riferimento al principio di tutela degli animali. Per Michela Vittoria Brambilla di Forza Italia, presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, si tratta di «un passaggio storico, una grande vittoria» anche nell’interesse delle prossime generazioni. «L’ambiente in Costituzione non c’era perché nel ’48 diverso era l’approccio – fa eco il senatore dem Andrea Ferrazzi –. Così mettiamo la Carta scritta al pari della costituzione vivente della nostra società». Si è astenuto invece il gruppo di Fdi, secondo cui «il provvedimento lascia dubbi interpretativi molto preoccupanti». «Bisogna pensare a quale impatto avrebbe su attività economiche, allevamenti o sui prodotti di eccellenza dell’agroalimentare», ha spiegato il senatore Patrizio La Pietra.
Il riconoscimento costituzionale della tutela dell’ambiente è una delle battagli storiche di Wwf e Legambiente. Ora però, scrive in una nota il Wwf, «chiediamo che la Camera licenzi il testo con altrettanta rapidità». Il via libera del Senato è arrivato ieri nelle ore in cui l’agenzia statunitense per la meteorologia e il clima (Noaa) rivelava dati tragici sul record della quantità di anidride carbonica nell’atmosfera. Neppure lo stop alle attività industriali, imposto dalla pandemia, è riuscito invertire il trend.