Misure di sicurezza imponenti per la prima della Scala a Milano, che questo pomeriggio inaugura la stagione con la Giovanna d'Arco di Verdi. Dopo l'informativa dell'Fbi che indicava il teatro del Piermarini tra i possibili obiettivi di attentati terroristici, l'attenzione è alta.
Circa 700 uomini delle forze dell'ordine garantiscono che tutto
fili liscio. Decine di blindati, centinaia di agenti e
militari, e cecchini sui tetti sorvegliano il centro. Tra
questi, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha
sciolto la riserva e ha fatto sapere che ci sarà. In piazza
Scala dalle 15 in
poi è stato vietato l'accesso anche ai pedoni. Tutti gli ospiti della serata, davanti
l'ingresso del teatro dove ci saranno controlli con
metal detector portatili.
Un invito alla tranquillità è arrivato dal neoprefetto di Milano, Alessandro Marangoni. A chi gli chiede, a
margine della consegna delle civiche benemerenze al Teatro Dal
Verme, se non tema che accadano anche a Milano episodi come
quello di Londra, Maragoni risponde: "Il rischio zero non esiste,
lavoriamo per ridurre il rischio". Per fare questo, il
neoprefetto ritiene che "uomini, risorse e mezzi siano più che
sufficienti".
La piazza intanto si sta preparando ad accogliere le contestazioni alla Prima. Il sindacato Cub, Confederazione unitaria di base, monta il proprio presidio, indetto in solidarietà ai lavoratori del teatro meneghino morti per amianto o malati di mesotelioma. Il Centro sociale cantiere e il Comitato abitanti San Siro sono arrivati in piazza con un corteo di una sessantina di persone, con al seguito gli inquilini delle case popolari, accendendo fiaccole in Galleria Vittorio Emanuele.
Il baritono spagnolo Carlos Alvarez non caterà stasera a causa di una indisposizione, sarà sostiuito dal fiorentino Devid Cecconi che aveva cantato alla prova generale e all'anteprima giovani.
Sarà una prima con pochi vip. L'assenza che
pesa di più è quella delle autorità: niente
presidente della Repubblica impegnato con il Giubileo, niente
presidenti di Camera e Senato. Arriveranno Gabriele Salvatores, Patti Smith, i ministri Dario Franceschini e Graziano Delrio, Margareth Madè con il fidanzato Giuseppe Zeno, il console di Francia Olivier Brochet,
il governatore di Salisburgo Wilfried Haslauer e una serie di
sovrintendenti stranieri (da quello della Musikverein di Vienna
a quello della Philharmonie di Parigi). A fare gli onori di casa sarà, come di consueto, il sindaco Giuliano Pisapia che, dopo l'allarme attentati, anche oggi ha rassicurato "milanesi e turisti".
Fra il pubblico ci saranno anche dieci ospiti di casa Verdi,
la casa di riposo creata a Milano dal compositore di Busseto. I
biglietti sono un regalo del Comune che ha messo in vendita un
centinaio di posti per finanziare iniziative di solidarietà.
Anche per loro sarà il primo ascolto della Giovanna d'Arco a
Milano. L'opera, che ha debuttato alla Scala in prima assoluta
nel 1845, è infatti stata eseguita l'ultima volta 150 anni fa.
Riccardo Chailly, alla sua prima volta il 7 dicembre come
direttore principale del teatro, ha assicurato che sarà
"un'opera bellissima".
Rinnovando un format di successo tutti protranno assistere allo spettacolo grazie alla "prima diffusa" dagli schermi del teatro Dal Verme, dello spazio Oberdan, dell'Ottagono, del Mudec, del Muba e di Villa Scheibler. Collegati anche la casa circondariale di San Vittore e il teatro In-stabile del carcere di Bollate.