Diritti umani. Il Premio Sacharov all'opposizione democratica in Bielorussia
Manifestazione anti Lukashenko in Bielorussia
Lo scorso anno il premio è stato assegnato al dissidente uighuro Ilham Tohti. Una curiosità: già nel 2004 il premio Sakharov era stato assegnato all’Associazione dei giornalisti bielorussi. Per la cronaca, gli altri finalisti quest’anno erano gli attivisti del Guapinol e Berta Caceres (assassinata nel 2016) dell’Honduras, e monsignor Najeeb Michaeel, arcivescovo di Mosul (Iraq). «Mi congratulo con i rappresentanti dell’opposizione bielorussa per il loro per coraggio, la loro resilienza, la loro determinazione – ha dichiarato il presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli – essi incarnano quotidianamente la difesa della libertà di pensiero e di espressione che il premio Sakharov gratifica, si sono dimostrati forti di fronte ad un avversario molto potente, ma ciò che li sostiene è qualcosa che la violenza non potrà mai sconfiggere, cioè la verità». Concludendo poi con un incoraggiamento: «Continuate a essere forti e non rinunciate alle vostre battaglie, noi saremo al vostro fianco».
«Quest ‘anno il Premio Sakharov premia il coraggio dell’opposizione bielorussa e onora la sua lotta per la democrazia e la libertà – ha commentato su Twitter anche il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel – l’Ue ribadisce la condanna delle violenze e invita le autorità bielorusse a rilasciare tutti i detenuti e ad avviare un dialogo nazionale inclusivo». «Questo non è il mio premio personale – ha dichiarato Tikhanovskaya, che dovrebbe ritirare il premio in una cerimonia il 16 dicembre nella plenaria di Strasburgo, pandemia permettendo – è un premio per il popolo bielorusso». «Le massicce proteste di piazza in Bielorussia che hanno commosso il mondo – ha ricordato ancora Sassoli – sono in corso ormai da undici settimane. Man mano che cresce la nostra ammirazione nei confronti della popolazione bielorussa, cresce anche il nostro sgomento per le violente rappresaglie di Lukashenko, per i suoi atti di tortura, di negazione della verità». La repressione, al pari delle manifestazioni, tuttavia continua, nonostante la pressione e le sanzioni Ue e internazionali. Ieri il sito web della tv russa Dozhd ha annunciato che tra gli ultimi arrestati figura anche il poeta bielorusso Dmitrij Strotsev, di cui da ieri non si aveva notizia. Intanto Reporter senza frontiere (Rsf) ha accusato le autorità bielorusse per la violenta repressione dei giornalisti durante le proteste in corso, con almeno 85 arresti da inizio ottobre, per un totale di 300 dall’avvio delle proteste. Tuttora in carcere ancora 8 giornalisti. «Chiediamo alle autorità – ha dichiarato il direttore di Rsf Christian Mihr – il rilascio immediato dei giornalisti incarcerati». Intanto un tribunale di Minsk ha messo al bando e bloccato il canale Nexta Live seguito da due milioni di persone sull’applicazione di messaggistica istantanea Telegram e molto utilizzato dall’opposizione per diffondere informazioni.