Nuovo plateale "strappo" di Ignazio Marino sul caso delle trascrizioni illegali dei "matrimoni gay" contratti all’estero. Il sindaco di Roma sembra sempre più incline a ritagliarsi un ruolo da "martire della causa", forse nel tentativo di risalire la china dei consensi popolari da tempo in picchiata: l’ultimo sondaggio lo dava gradito ormai a non più di un romano su cinque. E così, quando venerdì ha ricevuto dal prefetto Giuseppe Pecoraro l’atto formale di richiesta di cancellare dall’anagrafe capitolina le 16 coppie irregolarmente iscritte come mariti e mogli dello stesso sesso, ha dato il via a una mini-campagna mediatica all’insegna dell’
hashtag #romanoncancella, annunciando di rifiutare «in questo momento» l’ordine prefettizio, in attesa di approfondimenti giuridici da parte dei suoi uffici. L’ingiunzione di Pecoraro è giunta nella mattinata di venerdì 31 ottobre in Campidoglio, con la richiesta conseguente di procedere con gli adempimenti dovuti. Poche ore dopo Marino ha postato un video su Facebook, per spiegare che per ora non ne farà nulla, avendo «dato mandato ai nostri uffici di studiare le carte». Poi ha citato una delle norme indicate nell’atto prefettizio (il riferimento ai principi dell’ordine pubblico), per battere ancora sul tasto del sentimentalismo («Non riesco a cogliere quale pericolo possa costituire l’esistenza di una coppia che si ama»), giocando sull’equivoco in base al quale si identifica la minaccia all’ordine pubblico solo con la violenza. Inoltre ha rispolverato la presunta violazione dei «principi dell’Unione europea», che deriverebbe dal non considerare validi in Italia «certificati di matrimonio regolarmente redatti in paesi come Portogallo, Spagna o Belgio». Dimenticando il principio ben più rilevante della prevalenza del diritto degli Stati membri in materie come lo stato civile e il diritto di famiglia. Infine, la "chicca" dell’asserito incoraggiamento ad andare avanti in una «battaglia giusta» ricevuto dal sindaco di New York, Bill De Blasio, in una telefonata in cui Marino ha fornito al suo collega la propria versione dei fatti e delle leggi.Scontati gli "osanna" delle associazioni gay, che si scagliano anche contro l’intero governo Renzi. Mentre le opposizioni tornano all’attacco. Per l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, Marino avrebbe solo il dovere di «riportare nella legalità l’attività amministrativa della Capitale», smettendola di «forzare la mano». Per Gianni Sammarco, deputato e coordinatore Ncd a Roma, «Marino ha solamente preso in giro le coppie unite in matrimonio all’estero».